LaPresse/Vincenzo Livieri

Al servizio civile non serve essere "obbligatorio"

Adriano Sofri

Dopo la proposta del ministro Pinotti si torna a parlare di leva civile dell'obbligo, ma la questione non è chiara  

Ho ascoltato la coda di una puntata di Tutta la città su Radio 3 che discuteva dell’introduzione del “servizio civile obbligatorio”. Se lo sconcerto di cui ora dirò dipendesse dal mancato ascolto dell’intera puntata me ne scuso e buonanotte. Siccome al servizio civile sono ovviamente favorevole, e con me la vastissima maggioranza dei cittadini, mi pare evidente che il punto stia in quell'“obbligatorio”. Qualche tempo fa, se non sbaglio, la Lega aveva non so se presentato o minacciato di presentare una proposta di legge per reintrodurre leva militare e servizio civile, tutto obbligatorio, naturalmente. Obbligatorio a suo tempo voleva dire la fortezza di Peschiera eccetera, cose serie come sanno gli antichi veri obiettori. Lasciamo la Lega alla Lega e veniamo ai nostri. Sul blog di Tutta la città ci sono le informazioni necessarie. A cominciare da quello che ha proposto la stimata signora ministro della difesa, Roberta Pinotti, a raduno nazionale degli Alpini. “La riproposizione di una qualche forma di leva civile declinata in termini di utilizzo dei giovani in ambiti di sicurezza sociale non è un dibattito obsoleto”. Ho letto due o tre volte la citazione (tratta dalla Stampa e messa fra virgolette) e mi sono detto che non poteva aver detto così, o doveva essere molto stanca. In ogni caso, anche una più paziente esegesi della frase non avrebbe offerto alcun lumicino sulla questione dell’obbligo. Allora sono passato a leggere la proposta di legge firmata da molti parlamentari, compreso il da me stimatissimo oltre che amato Ermete Realacci, e sostenuta da associazioni volontarie a loro volta stimabili.

    

Ho imparato così che in Italia il servizio di leva obbligatorio non è abolito ma sospeso, com’è giusto che sia, per l’evenienza che torni il momento in cui bisogni difendere la Patria, secondo Costituzione, anche con quei mezzi. Però ho cercato invano nel testo della proposta sul servizio civile la spiegazione del significato del termine “obbligatorio”. Resto infatti legato all’idea che un obbligo comporti necessariamente la sanzione nei confronti di chi trasgredisca all’obbligo, il quale altrimenti è una facoltà e torniamo al servizio civile volontario. E quale sanzione può rendere davvero obbligatorio il servizio civile che non sia la fortezza di Peschiera? Non so: un giudizio morale? La denuncia pubblica di un comportamento poco civico? Orrore a parte, non basterebbero a rendere obbligatoria la cosa. Allora o non ho capito, o ci troviamo di fronte a quella duttilità del linguaggio per cui per esempio scriviamo “Vietato” o “Severamente vietato” eccetera. Come certe nobili lingue africane in cui si è tramortiti, quasi morti, morti, morti del tutto. Se si restasse alla mia tradizionale concezione della lingua sarei non contrario ma contrarissimo al “servizio civile obbligatorio”. Sono infatti molto favorevole al servizio civile.