Don Milani, Alexander Langer e l'amore per gli uomini
Il sacerdote e l'idea che non si possono amare tutti gli uomini, il politico e il desiderio di essere “tutto per tutti”
Sono un cultore degli errori accolti o commessi dalla rete e immediatamente moltiplicati e resi irreparabili e immortali. C’è una rivalità preterintenzionale fra gli errori e i falsi – ma ne parleremo un’altra volta. Dovevo riparlare di Alexander Langer in via San Martino a Pisa, dove i fuorusciti dal Pd gli hanno intitolato un luogo d’incontri, e mi auguro che ci vadano anche i restati dentro e quelli che né dentro né fuori. Volevo usare una citazione e ho ricercato in rete un mio vecchio articolo, del 2001, per Repubblica, sui rapporti fra Alex e don Milani: l’ho trovato nel bellissimo sito della Fondazione Langer. Là raccontavo che don Milani aveva scritto in una lettera a una ragazza napoletana che “non si può amare tutti gli uomini... Di fatto si può amare solo un numero di persone limitato, forse qualche decina forse qualche centinaio. E siccome l’esperienza ci dice che all’uomo è possibile solo questo, mi pare evidente che Dio non ci chiede di più... Quando avrai perso la testa, come l’ho persa io, dietro poche decine di creature, troverai Dio come un premio”. A sua volta Alex, assetato di essere “tutto per tutti”, aveva riferito un’altra circostanza in cui don Milani aveva immaginato l’opinione del signore Iddio sulla cosa: “Guarda don Lorenzo: lui ha scelto unilateralmente. Lui ha capito che non si possono amare concretamente più di 3400 persone, ed ha scelto i poveri, i suoi campagnoli”. Ho letto e riletto, c’era qualcosa che non andava. 3400, per uno rigoroso come don Milano, un curato di 39 anime, era tanto. E poi era una cifra insulsa, né precisa né metaforica, così arrotondata. Il fatto è che nel trasferimento del mio articolo era saltato un trattino: don Milani aveva detto “3-400” persone. Ecco. A don Milani sarebbero state troppe, ad Alexander troppo poche.