Cari cacciatori, siate ragionevoli
Anche l'Ispra chiede di limitare la caccia nelle condizioni estreme di quest’anno
L’Ispra, istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha pubblicato una sua dettagliata raccomandazione sulle “Limitazioni all’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il Paese”. Vi si argomentano i motivi che con una minima ragionevolezza ed esperienza chiunque di noi potrebbe avanzare, e io ho avanzato qui l’altro giorno, in favore di una limitazione della caccia nelle condizioni estreme di quest’anno, che consiglierebbero piuttosto, se la ragionevolezza e la compassione per il creato, animali umani compresi, non si imponesse, lei sì, delle limitazioni severe, di rinunciare del tutto alla caccia. Le conclusioni dell’Ispra, che si rivolge per istituto alle regioni e ai ministeri competenti, distinguono fra caccia di appostamento (“Sino a quando continuerà il deficit idrico si ritiene opportuno venga previsto il divieto di caccia da appostamento, che potrebbe determinare una concentrazione del prelievo in corrispondenza dei punti di abbeverata. Tale divieto risulta di particolare rilevanza qualora sia stata autorizzata la cosiddetta preapertura”), caccia agli uccelli acquatici (“La riduzione dell’estensione delle aree umide rende opportuno un posticipo all’inizio di ottobre dell’apertura della stagione venatoria agli Anatidi e agli altri uccelli di palude”), caccia alle specie stanziali (posticipo dei ripopolamenti e dell’apertura, limitazione del carniere consentito), e caccia nelle aree interessate dagli incendi (divieto di almeno due anni della caccia alle specie stanziali o nidificanti nelle zone incendiate e nelle fasce contigue). Invito di nuovo tutti, cacciatori e animalisti, entusiasti climatici e catastrofisti, sofri e ferrara, a leggere le competenti valutazioni dell’istituto, e a riconoscere alla fine all’unanimità che almeno per quest’anno chi voglia comunque partire col fucile in spalla alla volta della terra bruciata deve modificare il suo tradizionale vocabolario. Non salutino mogli e bambini annunciando: “Andiamo a caccia”, li salutino proclamando: “Andiamo a finirli”.