La situazione in Siria e il moderato Berlusconi
Turchia e americani, la Russia, Bashar el Assad, gli iraniani e Hezbollah. E poi c'è il Cav.
Allora: il segretario di stato Tillerson ha detto che gli Stati Uniti, con i curdi siriani loro alleati, resteranno in Siria fino a che l’intero paese non sarà liberato dai terroristi, e il dittatore Bashar el Assad sarà destituito. La Turchia è sul punto di invadere Afrin, la città capoluogo del cantone più occidentale della Siria controllato dai curdi, che la Turchia chiama terroristi. La Siria ha avvertito la Turchia di essere pronta ad abbattere il primo aereo turco che osi violare il suo cielo e ad annientare un attacco di terra turco ad Afrin. La Siria ha avvertito gli americani che non cesserà di battersi fino a che non li avrà cacciati dall’ultimo pollice del suo territorio e li ha chiamati terroristi stranieri e patroni dell’Isis. Gli Stati Uniti hanno detto che non andranno via fino a che l’invadenza iraniana in Siria e i terroristi al suo soldo non saranno stati arginati e ricacciati indietro. L’Iran ha assicurato che gli americani e le loro truppe curde fantoccio saranno rigettati oltre oceano. Turchia e americani, membri della Nato, si fronteggiano lungo il confine fra Turchia e Rojava curdo-siriana. La Russia vigila su Bashar, gli iraniani e Hezbollah, e sovrintende al tutto. Poi c’è Israele, l’Arabia Saudita, il resto del Libano, la Palestina eccetera. Tenuto conto del quadro complessivo, il moderato Berlusconi ha deciso di dare a Salvini gli Interni.