Guardate la Norvegia
Dall'economia ai salmoni: qualche notizia notevole sul paese scandinavo
Essendo stato invitato a parlare della Norvegia al festival di Iperborea (domenica, a Milano, con Siri Nergaard e Francesco Costa) ho scorso un po’ di notizie degli ultimi tempi, compresi gli aneddoti istruttivi. Per esempio: quando ha pensato bene di chiamare Haiti, El Salvador e qualche altro paese africano “shitholes” – “cessi”, o “buchi di culo”, le più benevole traduzioni italiane – Trump ha perfezionato il guaio auspicando che arrivassero invece negli Stati Uniti i norvegesi. Le risposte norvegesi furono variamente sarcastiche o indignate, a partire dalla ovvia rivendicazione: “Siamo tutti shitholes”. Ma fu fornito anche un dato statistico, riferito al 2016: in quell’anno sono emigrati negli Usa 404 cittadini norvegesi, e sono emigrati dagli Usa in Norvegia circa 10 mila cittadini statunitensi. Venendo ai salmoni, tre giorni fa in un allevamento nel Trøndelag un buco di sei metri per quattro nella rete ha permesso l’evasione di un numero imprecisato di salmoni, forse 138 mila. Entro il 2025 saranno chiusi in Norvegia tutti gli allevamenti di pelliccia (cifre annue attuali, molto decadute, 61 mila visoni e 150 mila volpi). La Norvegia è quest’anno in testa alla classifica mondiale della ricchezza e della felicità, avendo superato la Danimarca. (Dell’altra faccia, chiusura sull’immigrazione e, per incredibile che sembri, esplosione locale di #MeToo, si parlerà domenica). Ogni neonato italiano viene al mondo con un debito di 38 mila euro, ogni neonato norvegese con un credito di 161 mila. Nomi prediletti in Norvegia per i neonati del 2017: Sophie, che prevale su Nora, prima nel 2016, per le bambine, Jakob, seguito da Lukas, per i bambini (ma a Oslo è primo Muhammad nelle sue varie trascrizioni). Ancora sulle cifre, un interessante malinteso di traduzione ha fatto pervenire alla squadra norvegese (la più forte del mondo) nelle olimpiadi invernali coreane, 109 persone in tutto, 15 mila uova invece delle 1500 richieste.