Migranti, Superenalotto e il problema di percezione
C’è qualcosa di affine alla storia della percezione, vera chiave della nostra modernità. Una volta faceva caldo o freddo, poi ha prevalso la temperatura percepita
Vediamo: gli esperti di statistica ammoniscono che le possibilità di azzeccare i 6 numeri vincenti al Superenalotto sono “quasi nulle: solo 1 su più di 600 milioni”. Questo non toglie che milioni di persone ci provino, giocando al Superenalotto. E che ogni tanto uno vinca davvero coi 6 numeri. C’è qualcosa di affine alla storia della percezione, vera chiave della nostra modernità. Una volta faceva caldo o freddo, poi ha prevalso la temperatura percepita. C’è molto di affine anche alla caduta di oggetti dal cielo. Per dissuadere i giocatori dalla loro superstizione i matematici del Cnr spiegano, per esempio, che “è più probabile che un asteroide colpisca la Terra piuttosto che indovinare il 6 al Superenalotto: gli esperti hanno quantificato in 1 su 40.000 le probabilità che nel 2036 l’asteroide 99942 Apophis investa il nostro pianeta”. Il problema nasce quando non si tratta più di dissuadere la gente dalle speranze irrazionali nel Superenalotto ma di rassicurarla dalla pioggia degli oggetti dal cielo. Ora gli esperti spiegano che i frammenti della cinese Tiangong-1 hanno una “molto bassa” probabilità di colpire qualcuno: solo 1 su centomila miliardi! Invece che col Superenalotto ora si fa il confronto coi fulmini: “La probabilità di essere colpiti da un fulmine è 130 mila volte maggiore!” E la probabilità percepita? Alzi la mano chi, aspettando il 1° aprile, non è stato attraversato sia pure fulmineamente dal pensiero: “Non è che ’sta stazione spaziale cinese finisce proprio in testa a me?” L’uomo infatti è arcaico, e l’ultramoderna reinvenzione della percezione prova a recuperarne la consapevolezza. Applicarla, per esempio, ai numeri dei migranti e alla relativa percezione. O alla domanda-campione: quanti sono gli ebrei in Italia, a) 30 mila; b) 300 mila; c) 3 milioni; d) 30 milioni?