Turchia, ballottaggi e mondiali. Ecco un altro weekend tremebondo
A Pisa e in Turchia le elezioni aprono due scenari: di uno ho paura, per l'altro ho un amore forte. E poi c'è il calcio, con l'Italia che manca
Ecco un altro weekend tremebondo. Domenica ci sono le elezioni turche: ci sono due Turchie, di una ho paura, per l’altra ho un amore e un’ammirazione senza confini. Domenica c’è il ballottaggio per il Comune di Pisa. Ci sono due Pise, di una ho paura, per l’altra ho un amore forte e un’amarezza per la dissipazione del suo pregio. E’ sull’orlo. Ha davanti agli occhi il novissimo governo nazionale. Prima delle elezioni politiche nazionali nessuno – nessuno, ripeto – aveva improntato le proprie scelte alla consapevolezza, che era già piena, della posta in gioco. Il governo di Salvini e delle marionette 5 stelle arrivava e gli altri si sono comportati come se non fosse mai possibile che arrivasse. Chissà se la Pisa che amo se ne ricorderà e si ricorderà di sé. La Confcommercio pisana ha piegato la cena sul Ponte di Mezzo di venerdì sera a cerimonia di propaganda elettorale con Salvini invitato d’onore. Non era mai successo. A chi obiettava – compresi Comune e Regione, anche loro patroni della manifestazione – il presidente dei commercianti ha risposto citando, secondo lui, Dante: “Non ti curar di loro ma guarda e passa”. Dante ha scritto: “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Non è grave, la storpiatura del verso è vecchia e diffusa. Più notevole è quel “loro”: “Non ti curar di loro…”. C’è una o di troppo, che fa della Commedia un’opera in dodecasillabi invece che in endecasillabi. L’orecchio di un pisano affidabile avrebbe dovuto ribellarsi. Mi auguro che gli elettori pisani vogliano salvare la città da quella vocale in più. Se no, bisognerà rileggere il resto di Dante su Pisa, dannazione.
Salvini si era proposto, nel suo venerdì elettorale toscano, un’incursione nel più popoloso campo rom di Firenze, poi qualcuno l’ha dissuaso. A Pisa, alla famosa cena, troverà orecchie sensibili, queste sì, all’intolleranza per gli zingari. Chissà se qualche suo ospite gli indicherà, proprio all’angolo del Ponte di Mezzo, nella parte di Tramontana, il semaforo al quale nel 1995 un volenteroso regalò a una bambina rom una bambola esplosiva, che esplose. Dall’altra parte del ponte, la parte di Mezzogiorno, c’è la casa in cui morì Giuseppe Mazzini, sotto falso nome.
Poi c’è il weekend dei mondiali di calcio. Che hanno una grande influenza. L’Italia striminzita che è riuscita nell’impresa di mancare la partecipazione ai mondiali ha spalancato un vuoto che Salvini, scortum impudens satis, provvede a invadere, e il chiasso della rivalità con la Francia completa indegnamente l’opera. L’impeccabile intervento di Roberto Saviano li ha interrotti.