Stendhal e Mérimée avrebbero raccontato la notte da eroe fallito di Hugo Lloris
La vita ambiziosa di un portiere rovinata da un errore in finale
Niente è più penoso a un eroe che veder macchiato il proprio valore dal ridicolo. I campionati del mondo di calcio sono la cosa che più si avvicina all’Iliade e il capitano della squadra vincitrice è, dovrebbe essere, il campione che più si avvicina, se non ad Achille (Achille è Pogba), ad Agamennone. Il quale Agamennone, in effetti, prima della grandiosità tragica del ritorno (ma anche qui l’imbarazzo interviene, secondo le versioni per cui Clitennestra lo squarta nella vasca da bagno), è insidiato fin dall’inizio da una sensazione di ridicolo. Chissà come Omero avrebbe descritto la notte di Hugo Lloris dopo la vittoria. Gogol’ ne avrebbe tratto un capolavoro. C’erano state le grandi parate contro il Belgio e l’Argentina e l’Uruguay, ce n’è stata una buona anche contro la Croazia, sull’1 a 1. C’era stato anche un episodio che aveva sedotto le cronache, incerte se catalogarlo nell’epica o nel buffo. Incerte soprattutto nell’entomologia. “Una cavalletta” si è posata sulla bocca di Lloris, secondo i cronisti epici, “che ha rischiato di ingoiarla, ma poi ha saputo liberarsene” (“vedi video, virale, naturalmente”). “Una libellula” o “una farfalla”, secondo i cronisti buffi. Un presagio, comunque, il tiro capriccioso di una dea permalosa.
Al momento della premiazione, mentre Lloris alzava al cielo la Coppa, l’inquadratura si è allontanata da lui, scherzi del cielo o della regia. Ironie perfide dei social, per una volta alleati, Tottenham e Arsenal e tutti. Dichiarazione smitizzante di Lloris: “Un momento di rilassatezza sul 4 a 1, ma è destinato a restare un aneddoto”. Speriamo che sia stato davvero così per lui durante la notte delle feste, quando la domanda che il mondo si faceva alla leggera, “Ma come ha fatto a combinare un guaio simile?”, se la faceva lui, “Ma come ho fatto?”, e cercava di spazzarla sotto il tappeto rosso della vittoria, come si fa con gli aneddoti. No, non Omero e nemmeno Gogol’: Stendhal e il suo amico Mérimée avrebbero raccontato la notte di Lloris, come una vita ambiziosa di giovanotto rovinata da una battuta fallita a cena in società, che abbia fatto affiorare una smorfia di disprezzo sulle labbra della adorabile marchesina. Marchesine adorabili non ce n’è più, tweet sì, milioni.