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Nero come il carbone, per mare come i gabbiani

Adriano Sofri

Due incantevoli epigrammi amorosi e sepolcrali che si trovano nell’Antologia Palatina

Maria Pellegrini, che è una studiosa e traduttrice di letteratura latina e greca e, buon per me, compagna di scuola e amica di sempre, mi ha spedito ieri questa piccola posta: “Ti trascrivo due degli incantevoli epigrammi amorosi e sepolcrali che si trovano nell’Antologia Palatina: di Asclepiade di Samo il primo, di Callimaco il secondo”.

    

Con le moine Didima ruba il mio cuore.

Dinanzi a lei tanto bella

sono cera che al fuoco si strugge. E’ nera. Che importa?

Anche i carboni sono neri,

ma accesi splendono come bocci di rosa.

   

Naufrago, dimmi, chi sei? Leòntico sopra la spiaggia

ti trovò morto e qui ti seppellì,

piangendo di se stesso e della vita rischiosa: per mare

come i gabbiani, e non tranquillo, va. 

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