Agli uomini il tempo fa bene e male insieme, e anche alle città
Una passeggiata con Goffredo Fofi a Merano
Grazie a una bella rassegna di libri e autori intitolata “Appuntamento a Merano” ho potuto rivedere lunedì Goffredo Fofi e Merano. Goffredo molto in gamba, benché alla congratulazione di un ospite, “Non sei cambiato”, abbia replicato con Karl Kraus: “Mi disse: Non sei cambiato. Impallidii”. Agli uomini il tempo fa bene e male insieme, e anche alle città. A Merano bene, direi. Dopo l’omaggio al monumento a Elisabeth (profilo nitido, libro in grembo col dito a segnarlo, vita stretta – anoressia, spiegano) siamo passati davanti alla bellissima facciata gotica della chiesa ospedaliera di Santo Spirito, Spitalkirche zum Heiligen Geist, e subito accanto all’architettura della ex Casa del Fascio. Che quando fu costruita, nel 1937, abbattendo l’ospedale, volle sfacciatamente sfidare l’altera vicina. Oggi, o almeno al tramonto dello scorso lunedì, appena 80 anni dopo, i due edifici sembrano guadagnare dalla vicinanza, l’antica e sdegnosa nobiltà a fianco della provocazione scapestrata e punita dalla perdita del nome – “ex”, come non si potrebbe dire per lo Spirito Santo che continua a soffiare. Mi hanno sorpreso soprattutto, nella traversata di Merano, la riva e l’acqua veloce del Passirio, che fra poco va nell’Adige, popolate di bagnanti, semibagnanti di torrente, persone e famiglie a prendere il sole, in un’aria mediterranea, o nostalgica di Mediterraneo. Sento dire che qualcuno trova quella improvvisazione balneare, così in pieno centro, disdicevole al decoro leggendario di Merano. Al contrario, mi pare. Non vorrei essere indiscreto, ma se Sissi decidesse in un pomeriggio di questi di deporre corona e libro sul piedistallo – una foglia di pioppo a tenere il segno – e scendere per il Lungopassirio, giusto un centinaio di metri, le piacerebbe scalzarsi, tirar su lievemente la gonna, che ha lunghissima (con che grazia lo farebbe), accomodarsi sul piedistallo naturale di una pietra levigata e muovere i piedi nell’acqua veloce, come la compagnia nuova e multinazionale di suoi sudditi insaputi.