Cosa portare su un'isola deserta?
La trasmissione di Chiara Valerio su Rai 3 pone questa domanda a una serie di ospiti. Gianni Amelio sceglie Daniel Defoe, Orson Wells e Nilla Pizzi
Domenica ho ascoltato una puntata del programma di Radio3 intitolato L’isola deserta. La conduttrice è Chiara Valerio, che dev’essere un tipo in gamba per cavarsela chiedendo ai suoi interlocutori che libro, che film e che disco porterebbero su un’isola deserta. L’interlocutore era Gianni Amelio e a sua volta se l’è cavata egregiamente spiegando perché nell’isola deserta (in cui spera vivamente di non naufragare) porterebbe, libro, le Fortune e sfortune della famosa Moll Flanders di Daniel Defoe e perché porterebbe, film, L’infernale Quinlan di Orson Welles. Ora toccava alla musica e, dopo quelle premesse, aspettavo con curiosità. “Grazie dei fior”, ha detto, quella che vinse a Sanremo nel 1951 cantata da Nilla Pizzi. Bel colpo, che poi Amelio ha illustrato con fior di ricordi e aneddoti: il più bello su sua nonna, che l’aveva tirato su e di fiori ne aveva conosciuti pochi finché lui la portò ad assistere in prima fila alla cerimonia che lo insigniva di una laurea ad honorem e le assistenti premurose le portarono mazzi di fiori e al momento di alzarsi per andar via lei gli chiese sottovoce: “A chi le devo dare tutte queste rose?” Poi ho pensato a come i punti di vista sfaccettano le cose, perché nel 1967 a Sanremo Luigi Tenco scrisse: “Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale”.