Un'educazione sentimentale del '68
“La rivoluzione dei piccoli pianeti” di Pierluigi Sullo. Il sottotitolo è: “Un romanzo nel ’68”. Giusto così, perché i romanzi “su” sono condannati, e quelli sul ’68 ancora prima della lettura
Pierluigi Sullo è stato – è ancora, immagino – militante e giornalista di spicco nella nuova sinistra (Quotidiano dei lavoratori, vent’anni al Manifesto, Carta…). Ha appena pubblicato “La rivoluzione dei piccoli pianeti”, sottotitolo “un romanzo nel ’68” (Lastarìa editrice, 15 euro). Prezioso, il sottotitolo, a non farlo passare per un romanzo “sul” ’68: i romanzi “su” sono condannati, e quelli sul ’68 ancora prima della lettura. Sullo ha scritto la sua Educazione sentimentale, e del piccolo gruppo di compagni di scuola e amici e le loro famiglie. Un libro molto bello, e singolarmente sincero. Romantico: si può dire, lo diceva di sé Flaubert.
L’ho letto con un’iniziale diffidenza e molta curiosità. Il protagonista è un liceale alla soglia dell’esame di maturità, nel ’68 io facevo il concorso per diventare di ruolo. Bastava quella manciata di anni a distanziare di un’epoca le rispettive educazioni sentimentali. La distanza che ce ne separa oggi ha ridotto le differenze e produce uno slittamento delle priorità: veniva solennemente prima, o così sembrava, la rivoluzione, e gli amori ne occupavano gli intervalli, i resti di notti, poi la memoria inverte l’ordine. Ma il romanzo di Sullo non è retrospettivo, anzi si svolge in parte come un diario, recupera pagine di esperimenti poetici e non riduce personaggi e avvenimenti a precursori e premesse di quello che è venuto dopo. Il racconto è così pieno di libertà, di promesse, che quando, ormai in prossimità della fine, si intuisce che qualcosa sta per precipitare dolorosamente, si è tentati di fermare là la lettura, qualche decina di pagine prima, mentre tutto è ancora aperto. La precipitazione riguarda uno dei compagni, la cui vicenda personale è un suggestivo, commovente controcanto all’abusato Pasolini di via Giulia.
Il Frédéric dell’Educazione sentimentale ha 18 anni nella prima pagina, dovrà aspettarne otto prima di arrivare al suo ’48. Il protagonista di Sullo compie i suoi 18 anni nel ’68, e se ne accorge quasi per caso in una trasferta milanese, piazza del Duomo invasa dagli operai in tuta e dal loro urlo compatto, fino a che un canto nasce da un angolo della piazza e si trasmette dovunque: “Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo…”. “Enrico disse: ‘Mi è venuto in mente che oggi è il mio compleanno, l’avevo dimenticato’. Annamaria si fermò, lo guardò fisso: ‘Spero che sia il più bello della tua vita’. ‘Lo è’”. Tutto poteva ancora succedere.