Chi difende il proprio padre e chi lo mette alla gogna
L’autodafé di Di Maio senior e una scena simile e contraria
Guardando costernato l’autodafé del signor Di Maio padre, di cui ha detto qui Salvatore Merlo quello che c’era da dire, avevo la sensazione di aver già visto una scena stranamente simile. Poi ho capito. Era una scena simile e contraria. Era il 10 gennaio 1981. I radicali cedettero lo spazio che spettava loro per la tribuna elettorale alla diciannovenne figlia del magistrato Giovanni D’Urso, rapito dalle Brigate Rosse. Lorena D’Urso, diede lettura dei “comunicati” brigatisti la cui pubblicazione era stata pretesa dai rapitori, e trattenendo il pianto lesse anche la frase che chiamava “boia” suo padre. Suo padre fu liberato tre giorni dopo.