Foto tratta da Wikipedia

Buoni motivi per andare a Troina

Adriano Sofri

Il libro di Paolo Borrometi che riassume le sue inchieste sulla mafia e l'antimafia virtuosa di Fabio Venezia, sindaco della città siciliana

Paolo Borrometi è il giovane giornalista di Scicli che ha scritto “Un morto ogni tanto”, edito da Solferino. Il libro riassume le sue inchieste sulla mafia e i legami politici e affaristici nella Sicilia sudorientale. Per quel lavoro Borrometi si è guadagnato minacce a iosa, una pesante aggressione fisica già nel 2014, e l’anno scorso il progetto meticoloso di un attentato per uccidere lui e la sua scorta, su commissione del clan Giuliano di Pachino.

 

Borrometi ha presentato il suo libro in molte città, ma con una particolare efficacia ed emozione a Troina, il comune siciliano nel parco dei Nebrodi all’incrocio delle province di Messina, Catania ed Enna, della quale fa parte. Ho potuto andarci col mio amico Concetto Prestifilippo, che conosce bene la Sicilia di cui si scrive meno e che vale più la pena. A Troina c’è un giovane sindaco, Fabio Venezia – è nato nel 1982, solo un anno prima di Borrometi – che ha, provvisoriamente almeno, rinunciato al suo lavoro di storico all’università di Catania per occuparsi del suo paese. E’ al secondo mandato, e ha fatto molte cose. Per esempio, ha smascherato la annosa truffa mafiosa che in nome della pastorizia sfruttava illegalmente terreni comunali e incassava abusivamente i contributi europei. Ha revocato la concessione di 4 mila ettari (sic!) di terreni demaniali. Troina ha poco più di 9 mila abitanti, è piena di neve – è a 1.100 metri sul livello del mare – fu proclamata da Ruggero d’Altavilla prima capitale della Contea di Sicilia, e Fabio Venezia ha preso una quantità ingente di voti di preferenza anche nelle elezioni politiche. Da sindaco ha preso 4.489 preferenze su 5.769 votanti, cioè il 78 per cento dei voti. Record tutti notevoli: ma per arrivare a Troina da Enna la strada provinciale, subito dopo Gagliano Castelferrato (dove Enrico Mattei tenne il suo ultimo discorso), si interrompe e diventa una trazzera accidentata per una decina di km. Un’avventura per noi viaggiatori ordinari, una bizzarria memorabile per chi ci deve passare continuamente con la sua scorta, come il sindaco Fabio Venezia. Grazie al quale, oltre alla liquidazione della mafia dei pascoli, Troina diventa sede di un museo Robert Capa, gemellato con l’International Center of Photography di New York. Un mese fa il sindaco Venezia ha scritto una lettera aperta al presidente Mattarella: pascoli in mano alla mafia, clima di insostenibile solitudine, in assenza di soluzioni consegnerò la fascia tricolore al prefetto.

 

Questa piccola posta invita i suoi piccoli lettori a un pensiero diverso quando compreranno, com’è giusto, i pomodorini di Pachino, e a includere Troina nel loro intinerario, quando verranno in Sicilia a visitare il faro di Puntasecca.

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