Ci sono due posizioni opposte fra curdi del Pkk e curdi del Rojava?
Per il glorioso leader dei primi nel Kurdistan iracheno, Cemîl Bayik, bisogna resistere a qualunque costo, mentre per Mazlum Abdi Kobani, curdo comandante in capo delle Fds, l'obbligo è salvare la sua gente
Ieri il portavoce delle Forze democratiche siriane ha annunciato il ritiro da Ras al Ayn / Serê Kaniyê dell’ultimo combattente, mentre la cittadina veniva occupata da mercenari islamisti e truppe turche. Serê Kaniyê ha per i curdi un gran valore simbolico, perché fu teatro della strenua resistenza contro l’assalto jihadista nel 2013, un anno prima della fatale Kobane – la prossima. A Qamishli ieri gli americani in fuga erano presi a sassate, pomodori e frutta marcia dalla gente, spettacolo di sapore risorgimentale: avventure e sventure curde hanno un’aria ricorrente di Repubblica romana. Le agenzie legate al comando del Pkk clandestino nel Kurdistan iracheno, riprese a Erbil da Rudaw, hanno diffuso domenica un appello video del suo più glorioso leader, Cemîl Bayik, 58 anni – sul cui capo pende una taglia di 4 milioni di dollari del dipartimento di stato per reati vari, compreso un traffico internazionale di droga che altri stati, come la Germania, non accreditano. Le parole di Bayik ai curdi del Rojava sono terribili: “Dovete tener duro. Non dovete abbandonare i vostri luoghi. Che uccidano e feriscano quanto vogliono. Se andate via, non potrete più tornare ai vostri villaggi, alla vostra terra e alle vostre case. Sarebbe la fine dei curdi”. Ricordate che il curdo comandante in capo delle Fds, Mazlum Abdi Kobani, aveva dichiarato una settimana fa: “Fra il compromesso e il genocidio, noi scegliamo il nostro popolo”. Non so se sovrainterpreto le parole di Bayik come una sconfessione di quelle di Abdi: “Continuate a battervi fino a che l’occupante turco non sarà cacciato. Non avete altra scelta, perché ritirarsi vuol dire la morte dei curdi. Non dovete diventare il soldato d’altri. Non contate sugli americani. Tutti sanno che loro e la Russia sono pronti a sacrificare il popolo curdo per il loro interesse. Tutti sono in debito coi curdi. Nessuno ha resistito a Daesh, i curdi hanno resistito. I valorosi combattenti della libertà si sono battuti e hanno dato martiri e feriti. Hanno liberato il mondo e l’umanità da una sciagura enorme. Per ogni ucciso o ferito, America, Russia e comunità internazionale sono responsabili. Hanno una doppia faccia quando pretendono di non vendere armi alla Turchia. Vogliono ingannare i curdi. La nostra gente non deve credere a queste parole”. Ci sono due posizioni opposte fra curdi del Pkk e curdi del Rojava? Ambedue dicono che non c’è scelta: per Bayik resistere a qualunque costo, per Abdi salvare la sua gente.