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Piccola Posta

Si muovono i frantoi, è tempo di olio nuovo

Adriano Sofri

Si pressano le olive ed è come un’insinuazione di primavera dentro l’autunno pieno. Si può marimettere la damigiana 

Fra sagre e fiere cancellate sono andate anche le feste dell’olio nuovo. Giusto, naturalmente. Peccato. L’olio nuovo è come un’insinuazione di primavera dentro l’autunno pieno. Da me, in territorio pregiato, San Casciano, Mercatale, Impruneta, i frantoi si sono appena mossi. L’annata toscana è molto buona, per quantità e per qualità (purtroppo a sud, specialmente nel Salento, è un disastro).

    

Qui l’olio nuovo risuscita il dibattito sul verbo marimettere, che sta per incignare, e si adatta specialmente al fiasco, alla botte (o al salame o al formaggio…) ed è la versione popolare di manimettere, a sua volta variante di manomettere, metter mano. “Si marimette i’ presciutto. Uno piglia i’ presciutto e comincia!” – così il vocabolario fiorentino contemporaneo della Crusca.

    

Se non sbaglio, il corrispondente genovese è il verbo “insa”, quello del motto “Che l’inse?” – La comincia, o qualcosa del genere – del ragazzo di Portoria, Giovan Battista Perasso, che inaugurò la sassaiola. Ieri ho marimesso la damigiana dell’olio nuovo.

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