La fortuna, cioè la sfortuna, di Machiavelli in Inghilterra fu precoce e influente (lo studio di Mario Praz, “Machiavelli in Inghilterra”, 1962, resta capitale). “Il Principe” vi circolò manoscritto, nell’originale italiano, lingua famigliare agli studiosi; apprezzato da alcuni grandi, come Milton o Bacone, e vilipeso, almeno pubblicamente, da molti altri. Così Reginald Pole (Machiavelli scriveva “col dito del diavolo”) e John Donne, che lo mette di fronte a Lucifero a contendere, senza successo, il ruolo di consigliere a Ignazio di Loyola. Alla denigrazione di un Machiavelli satanico si fa (dubbiamente) risalire anche, a partire dal dramma elisabettiano, il nomignolo comune del diavolo come Old Nick, il Vecchio Niccolò. Le cui opere principali furono stampate in italiano, con falsi luoghi (Palermo, Piacenza, Roma) e fantasiosi nomi di editore, da John Wolfe negli anni 80 del Cinquecento: “Il Principe” nel 1584.
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