piccola posta
"Non esistono fatti, solo interpretazioni", applicato alla Costituzione
Il proclama di Nietzsche mantiene ancora oggi la sua forza, costringendoci a interrogarci. Del resto niente è immutabile: in America la Corte Suprema interpreta le leggi con lo scorrere del tempo. Ma per un ascoltatore ingenuo, il messaggio è micidiale
Caro Edoardo Camurri, mercoledì pomeriggio ho guardato la puntata del tuo “Maestri” dedicata all’educazione civica. Fra i maestri dei maestri da te amati c’è Friedrich Nietzsche, che tirava su e giù i baffi approvando severamente. In un capitolo, Nicolò Zanon, costituzionalista e giudice costituzionale, ha spiegato la gara fra la Costituzione, che aspira alla immutabilità, e il tempo che la insidia, qualcosa come la corsa di Achille e la tartaruga, e i congegni attraverso cui adeguare l’una all’altro, come avviene in America attraverso le interpretazioni della Corte Suprema. E’ qui che hai citato il celebre proclama di Nietzsche, “non ci sono fatti, solo interpretazioni”. Ho avuto un riflesso d’ordine: che cosa può ricavare da quella sentenza un ascoltatore o un’ascoltatrice “ingenua”, che la senta per così dire per la prima volta? Io, che sapevo poche cose e le vado dimenticando, l’ho ascoltata quasi come se fosse la prima volta. Allora ho dato un’occhiata in rete per vedere a che punto eravamo con l’interpretazione di quella interpretazione, attratto e insieme scoraggiato dalla mole e dalla complicazione: versioni linguistiche e morali, confronto fra filosofi analitici e continentali, prospettivismo (“tutta questione di punti di vista?”…), nichilismo, relativismo assoluto o relativo, realismo forte o no.
In una precisazione circa il suo “nuovo realismo”, Maurizio Ferraris ha scritto: “E se quella tesi consistesse essenzialmente nella sua caricatura? Se non avesse altro valore che non quello caricaturale? Perché: che significato può avere ‘non ci sono fatti, solo interpretazioni’, se non quello di svuotare qualunque argomento e di trasformare il pensiero in una mascherata?”. Poco dopo, tu avevi interrogato Stefania Giannini, già ministra dell’Istruzione e oggi vicepresidente dell’Unesco, a proposito dell’idea nicciana della cultura come maschera della violenza. Ha risposto che la maschera nasconde, la cultura disvela. Ogni immersione, anche la più breve e improvvisata, in Google, riserva grate sorprese. Così mi sono imbattuto in un tuo articolo per il Corriere del 2012 che muove proprio da lì: “Non ci sono fatti, solo interpretazioni. Anche questa è un’interpretazione”, e continua illustrando la divergenza fra Vattimo e Ferraris, con una tua inclinazione finale a sbigottirti di certi approdi politici di Vattimo e a diffidare di un proposito di “liberarsi dalla realtà, finendo con il diventare vittime della propaganda”.
Affascinante materia, di sempre nuova attualità. La suggestione di una gnoseologia Moral fluid, per così dire. O casi di vita urgenti, come le infamie di Bolzaneto, che essendo fatti non interpretati da una legge quali torture, mandano indenni i loro autori, e a Capua Vetere, intervenuta finalmente una legge, possono essere perseguiti come tortura. O, variato in “non esistono fatti, solo percezioni”, pensa soltanto a questo altro brano: “Tutto ha il suo tempo. Allorché l’uomo dette un genere maschile o femminile a tutte le cose, non pensava di giocare, ma di avere acquisito una profonda penetrazione; assai in ritardo, e forse ancora oggi non del tutto, egli ha confessato a se stesso l’immensa importanza di questo errore. Similmente, l’uomo ha attribuito a tutto quanto esiste un rapporto con la morale e ha appeso alle spalle del mondo un significato etico. Ciò finirà per avere altrettanto valore, e non più, di quanto abbia oggi la credenza del genere maschile o femminile del sole”. Per un paragrafo dal titoletto: Nietzsche e lo schwa.
Insomma, tutto questo per dire che estratto da dove felicemente luccica, il decreto di Nietzsche, “non esistono fatti, solo interpretazioni”, è un messaggio micidiale. Applicato alla Costituzione, permetterebbe ad Achille di posarle il piede veloce sul collo, e impedirle di respirare. Magari ne riparliamo. Quanto ai complimenti per il programma, mi metto disciplinatamente in fila dietro Aldo Grasso.