Piccola Posta
Nulla di incredibile in quel 6 gennaio 2021
L’assalto al Campidoglio visto da Deaglio e la soglia dello stupore sempre più sottile
Non so dove e come la critica abbia spostato il confine fra saggistica e narrativa. Ammesso che la saggistica muova dai fatti reali, dalle loro suggestioni e dai loro imprevedibili nessi, e da lì svolga la sua vocazione narrativa, bisogna forse riconoscere che questo movimento è insidiato dall’imbecillità paranoica contemporanea. Che cosa sarà allora di Enrico Deaglio? All’origine medico curante e gran giornalista, Deaglio ha una curiosità inesauribile per i fatti diversi e un gusto squisito nel rintracciarne le connessioni impensate. “Narratore della Repubblica”, l’ha appena definito un recensore alludendo specialmente ai decennali di “Patria” o a monografie come “La bomba”. Narratore anche degli Usa e loro cittadino, come ora nel suo “Cose che voi umani” (illustrazioni di Felix Petruška, Marsilio, pp. 272, euro 14), dedicato al colpo di stato trumpista del 6 gennaio di quest’anno.
Vivevamo di luoghi comuni, come i colpi di stato, i golpe, tentati o attuati dagli Stati Uniti in giro per il mondo. Quest’anno, il 2021, secondo della pandemia, c’è stato infatti un tentato colpo di stato a Washington, attraverso l’invasione e l’occupazione del Campidoglio – qualcosa come l’irruzione leninista bolscevica al Palazzo d’Inverno, dice Deaglio, che quando decide di sottoporre la storia a revisione va per le spicce. Era come guardare in diretta l’incendio di Roma, compresa un’istigazione di Nerone. Certo, era l’America, e avevamo già visto tutto al cinema. E avevamo visto l’11 settembre. Il quale, perfino lui, fu paragonato da qualche francese a un film e attribuito da qualche italiano a un complotto congiunto della Cia e del Mossad. “Se lo sono fatto gli americani”.
Il 6 gennaio se lo stavano facendo gli americani davvero, nella persona del presidente, e nei reparti d’assalto guidati dallo sciamano tatuato con le corna. L’altroieri i capi della polizia metropolitana di Washington hanno comunicato che un quarto agente intervenuto a difesa del Campidoglio durante l’assalto si è suicidato. Succedono infatti cose incredibili nella realtà.
E’ per questo che sono preoccupato per Enrico storico e romanziere. Perché la saggistica sviluppata in romanzo ha la sua condizione nella capacità di sorpresa, anzi di sbalordimento e di sbigottimento, di un pubblico suscettibile alla rivelazione incredibile, comica o grottesca o drammatica o tragica, della realtà. Se QAnon si batte contro la cospirazione satanica dello Stato Profondo per ammucchiare nelle gallerie sotterranee milioni di bambini asserviti alle sue smanie pedofile, basterà raccontarlo per smascherarlo e far ridere e sdegnare l’opinione pubblica. Ma se la quota di opinione pubblica disposta e anzi felice di credere alla cospirazione giudaico-pedofila cresce fino a rasentare la maggioranza, o a conquistarla con Donald Trump, non basterà più. Né basterà mostrare la filiazione dalle gallerie sotterranee esaltate dai supposti Savi di Sion.
Ora, non voglio affrettarmi a un cortocircuito troppo elettrizzante, ma l’apocalisse in corso tra noi, la rivelazione scaturita dalla scintilla del vaccino, è una misura precipitosa della difficoltà di affidarsi all’esclamazione: “Incredibile!”. Di affidarsi al titolo: “Cose che voi umani”. Di che cose sono capaci, infatti, gli umani. Di fabbricare il vaccino e di associarlo al cancello di Auschwitz. Cose mostruose e meravigliose, questo era vero già presso Sofocle. Come il ginocchio sul collo di un popolo intero, come il video del telefonino della ragazza Darnella Frazier. Come la sentenza per George Floyd, grazie alla quale intanto il mondo è tornato a respirare.