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L'ironica e drammatica morte del ministro russo, nell'inferno siberiano
Il generale Evghenij Zinichev, nel tentativo di salvare un documentarista caduto nell'acqua gelida, è finito insieme a lui. Era ministro per le Emergenze, in una terra dove la vita media è di dieci anni inferiore al resto della Russia: il paradiso dell'emergenza
La notizia, a prima vista, suonava ironica: “È morto in un incidente nell’Artico, scivolando sul ghiaccio, il ministro russo per le Emergenze, il generale Evghenij Zinichev”. Tipo: il colmo per un ministro per le Emergenze? Scivolare e morire. A quanto pare invece, l’episodio era stato insieme futile, drammatico e onorevole. Il generale, 55 anni, già funzionario del Kgb e del successore Fsb, vicinissimo a Putin, stava dando un’intervista, sul bordo di una cascata, quando il documentarista è caduto nell’acqua gelida, lui si è buttato per soccorrerlo e ha sbattuto contro una roccia sporgente, sono morti tutti e due.
È avvenuto nel territorio di Krasnojarsk, nell’estrema Siberia settentrionale. Ho letto la voce di Wikipedia sulla città di Noril’sk, che è la seconda più a nord del Circolo polare, dopo Murmansk, per numero di abitanti, 180 mila. L’hanno costruita, dagli anni Trenta del Novecento, i prigionieri del gulag vicino. Non provo nemmeno a riassumere la voce: vi invito a leggere la descrizione di ricchezze minerarie (il 35 per cento del palladio, il 25 per cento del platino, il 20 per cento del nichel e il 10 per cento del cobalto utilizzati nel mondo) e catastrofi ecologiche (inquinamento micidiale, fiumi e piogge rosse, colossale versamento di gasolio da una centrale che sprofonda nel permafrost, esplosioni nucleari per sondare la presenza di minerali, generatori termoelettrici a radioisotopi scaricati dai militari nella tundra, vita umana media di 10 anni inferiore al resto della Russia, dov’è già bassa...) che lascia sbigottiti. Un inferno sulla terra, un paradiso dell’emergenza.