piccola posta
Si avvicina il momento in cui i No vax si daranno all'antinucleare
È come se si guardino allo specchio: indifferenti alle competenze ufficiali di fisici e ingegneri, i quali mostreranno di dividersi quanto e più dei virologi, e l’ombra di Big Pharma sarà inghiottita da quella della lobby nuclearista. Guerre di religione
Scrivo a mezza giornata di venerdì, quando piazza Unità a Trieste si mostra sloggiata e abulica. La revoca da parte di Puzzer e dei suoi depone in loro favore. Contro, con una difficoltà per lo spettatore remoto (ma a quanto pare anche per i presenti) di distinguere, stanno i rosaristi, gli indipendentisti veneti, i saluti al sole, gli accoliti di Casa Pound, gli antivaccinisti in carriera, i prelati assatanati, i curanderos, i trasfertisti già 5 stelle, e tutto il gran fiorire di bischerate dolci o truci che l’autunno discarica come le foglie. Come se non ci fosse abbastanza da pensare e impensierire, è in agguato la fusione, o la fissione, e comunque la deflagrazione, del tema vaccinale con quello nucleare. È come se si guatino allo specchio, a parti apparentemente invertite. Si avvicina il momento in cui gli antivax – che vanno prendendo il sopravvento pieno sugli anti green pass, come lo scorpione che ha dato un passaggio alla rana – travaseranno tal quali le loro meticolose competenze sul ripudio del nucleare, indifferenti alle competenze ufficiali di fisici e ingegneri eccetera, i quali mostreranno di dividersi quanto e più clamorosamente dei virologi eccetera, e l’ombra di Big Pharma sarà inghiottita da quella della lobby nuclearista.
Il rilancio del nucleare ha dalla sua l’occasione del rialzo delle tariffe e si è affrettato a cavalcarla, ma sembra sottovalutare la miscela inesorabile dell’anima anti green pass e no vax con quella antinucleare: e là discriminare sarà ancora più arduo. Del resto, successe già che sul nucleare fossimo chiamati a pronunciarci per referendum, qualcosa di simile a un referendum sull’esistenza di Dio, o più propriamente del diavolo, appena reso più plausibile da lezioni come Fukushima o Chernobyl. Ma anche le lezioni tragiche hanno i loro tempi di prescrizione, o di dimezzamento, e ora si ricomincia, in nomi varii, dal progresso alla stessa lotta contro la sventura climatica. Saranno, sono già largamente, guerre di religione, dunque comunque perdute. Ma prima bisognerà comunque combatterle, e tutti, governi, scienziati, popoli e singoli, non si illudano di poter semplicemente ripetere l’andamento del confronto sulla pandemia, e che l’atomo e il virus semplicemente concludano un’alleanza micidiale. A parti invertite. E che la sobrietà sia calunniata per superstizione, e la hybris trionfi, sull’uno e sull’altro fronte.