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piccola posta

La popolarità di Mattarella e di Pertini, e la voglia di essere rieletti. Vietarlo adesso, no

Adriano Sofri

È noto che "il presidente più amato dagli italiani" (e come lui altri inquilini del Quirinale) desiderasse un bis, tanto da manifestare il suo desiderio. L'idea di votare una correzione costituzionale che vieti la rielezione è sconcertante

In una bella lettera al presidente rieletto Mattarella, in cui rivendica la dignità di candidature femminili intelligenti e “divisive”, Rosy Bindi gli scrive anche: “Non ricordo altri presidenti ai quali sia stato richiesto il bis durante le manifestazioni teatrali, o sui quali si sia registrato un gradimento sempre crescente negli anni in tutti i sondaggi”. Mi pare che sia vero, con la sola eccezione di Sandro Pertini, che ancora alla fine del suo mandato godeva di una enorme popolarità. Della popolarità Pertini aveva saputo valersi ogni volta che la sua leggendaria impetuosità lo metteva nei guai, e in qualche circostanza lo portò vicino a soccombere a cospirazioni rivali.

È noto che Pertini (e come lui altri inquilini del Quirinale) desiderò essere rieletto e manifestò piuttosto scopertamente il suo desiderio. Disse: “Sento che non sarò rieletto perché sette anni di presidenza della Repubblica sono lunghi, quattordici anni sarebbero un’eternità”, ma volle subito precisare che, se il Parlamento gliel’avesse chiesto, “è una cosa che mi farebbe meditare. Non posso dirlo adesso… Dovrei meditarci sopra…”. Pci e Pri, e con più imbarazzo il Psi, dichiararono di voler sostenere la sua candidatura. Era il 1985, e Pertini aveva quasi 89 anni. Lo ricordo non solo per l’aura affettuosa che accompagnò anche la vanità, altrettanto leggendaria, e insieme infantile e senile, di Pertini presidente, ma anche per la naturalezza con cui si trattò allora e in altre occasioni l’eventualità della rielezione alla Presidenza. 

Mattarella aveva pronunciato le parole più forti sui rischi del ricorso alla rielezione, ed era stato senz’altro sincero nell’allontanarne da sé la minaccia, ma succede di dover correre ai ripari a costo di smentirsi. (Avrei un solo auspicio: che il presidente Mattarella trovi il tempo di richiamare gli scolari cui, per primi, annunciò che di lì a poco avrebbe finalmente potuto riposarsi. Ai bambini si deve sempre una spiegazione). Trovo invece sconcertante l’idea, da qualcuno annunciata, di votare una correzione costituzionale che vieti la rielezione alla presidenza della Repubblica, il giorno dopo avervi fatto ricorso, e per la seconda volta: come vietare l’uso del salvagente appena arrivati dove si tocca. Strana idea, appena meno allarmante di quella del voto popolare diretto per la presidenza della Repubblica.

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