piccola posta
Le vittime dell'invasione dell'Ucraina ce le abbiamo in casa
Se proprio non riuscite a mettervi nei panni dei milioni di ucraini, provate almeno a immaginarvi in quelli di una persona soltanto: una signora ucraina che lava, veste e nutre un pensionato toscano di 92 anni e ha tre bambini a Kharkiv
- Dunque Putin non era solo terrorizzato dal virus del Covid-19: ne era anche ingelosito.
- Si è fatto dell’allarmismo sull’Ucraina. Si è detto che Putin stesse per invaderla.
- Vladimir Putin ha proclamato di voler “denazificare” l’Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che la Russia di Putin “ci ha attaccato a tradimento questa mattina, come ha fatto la Germania nazista negli anni della Seconda guerra mondiale”. C’è quasi una simmetria, salvo che Zelensky è ebreo per parte di ambedue i genitori.
- Putin ha la garanzia di non trovarsi di fronte nemmeno una doppietta della Nato in territorio ucraino. Penso che non si fermerà prima di aver fatto fuori Zelensky e di averlo sostituito con un suo burattino; uno Janukovich qualunque. Assimilando così Ucraina e Bielorussia.
- E’ il momento di ripassare la spedizione del corpo d’armata del Regno di Sardegna in Crimea, 18.058 uomini al comando di Alfonso La Marmora, 1855. C’era un’epidemia di colera, il fratello, generale Alessandro La Marmora, il fondatore dei bersaglieri, ne morì. Il bilancio finale (Wikipedia) fu di 2.278 morti per colera, 1.340 per tifo, 452 per malattie comuni, 350 per scorbuto, 52 per incidenti, 38 per febbri tifoidee, 3 per suicidio e 32 caduti in combattimento a Balaklava e sulla Cernaia.
- Le guerre di aggressione guidate dagli Stati Uniti – come quella di Bush e Blair in Iraq del 2003 – hanno nuociuto agli Usa e all’occidente quanto le omissioni – come la “linea rossa” fissata da Obama in Siria nel 2012 e ripudiata nel 2013 – o le ritirate – come lo sciagurato abbandono dell’Afghanistan. Putin ha fatto tesoro soprattutto delle omissioni e delle ritirate.
- Se proprio non riuscite a mettervi nei panni dei milioni di ucraini, provate almeno a immaginarvi in quelli di una bambina estone. O di una signora ucraina che lava veste e nutre un pensionato toscano di 92 anni e ha tre bambini a Kharkiv.
- Oppure di un qualunque cittadino di Taiwan. O di Sarajevo: sapete, i vicini della Republika Srpska di Banja Luka, quella cui Dayton assegnò Srebrenica – dopo tutto, l’avevano fatta loro – quella dove Milorad Dodik ha appena festeggiato il trentennale della fondazione e l’imminenza della secessione, alla fraterna presenza dei leader di Belgrado.