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piccola posta

Un giorno verrà fuori una lettera o un messaggio di qualche soldatino diciottenne a Bucha

Adriano Sofri

Nell’inerzia spaventata e inferocita dell’avanzata interrotta per un mese, viene fuori che i soldati russi ammazzavano (anche) il tempo improvvisando gare automobilistiche nelle strade del sobborgo con le auto rubate ai cittadini

Mercoledì, 6 aprile. Di Ilario Piagnerelli, inviato in Ucraina per Rainews24, avevo visto poco, finché mi ha colpito che, trovandosi fra i primi sulla prima linea di Bucha, citasse le opinioni dei colleghi giornalisti esperti di guerra aggiungendo: “Come io non sono”. Ho pensato: ecco uno che farà strada. E l’ho ripensato quando, oltre a una gran mole di informazioni raccapriccianti sui massacri e le torture di Bucha, ha accennato quasi di passaggio ai soldati russi che, nell’inerzia spaventata e inferocita dell’avanzata interrotta per un mese, ammazzavano (anche) il tempo improvvisando gare automobilistiche nelle strade del sobborgo con le auto rubate ai cittadini – e i cadaveri per la gimkana, immagino.

  

Leggo e guardo con ammirazione i resoconti da Bucha delle e degli inviati da mezzo mondo: un repertorio formidabile e inesorabile. Da Bucha il buon soldato alla sua ragazza che portò… Forse, un giorno, verrà fuori una lettera o un messaggio Telegram di qualche soldatino diciottenne morto ammazzato, che raccontava alla sua ragazza il soggiorno di Bucha. Il tirassegno, le corse in auto, il cibo e le vecchie e giovani donne locali. Alla sua ragazza, nella Repubblica di Sachà, o Yacuzia, estrema Siberia, sulle sponde del fiume Kolyma. Memorie per la Kolyma.

 

Ieri, a Jakutsk, 5.650 km e 6 fusi orari da Bucha, la temperatura era mite: solo 17 gradi sottozero la minima.

 

Quattro giorni prima era stata completata la mappatura del genoma umano, per la parte mancante, l’8 per cento, dopo il sequenziamento del 92 per cento ottenuto più di vent’anni fa. E’ il frutto di una ricerca internazionale finanziata dal Dipartimento della Salute americano. La parte di genoma di cui è stato completato il sequenziamento si compone di circa 200 milioni di basi azotate, una quantità di Dna più o meno pari a quella che costituisce un cromosoma.

 

Nella Yacuzia, dice Wikipedia, nel 2015, sono stati ritrovati due cuccioli (maschio e femmina) di leone delle caverne, specie preistorica estinta, vissuta nel Pleistocene superiore. Grazie al loro Dna si tenterà un processo di de-estinzione, ricorrendo a una leonessa come madre surrogata. I cuccioli, perfettamente conservati, vissero in due periodi diversi: il maschio visse 44 mila anni fa, la femmina circa 15 mila anni dopo. Perfettamente conservato è anche il cucciolo di mammut estratto dal ghiaccio nel 2013, dopo 39 mila anni. 

 

Mercoledì 6 aprile 2022. È tutto, o quasi.

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