piccola posta
Giustizia, storia e guerra. Segnalazioni per capire la portata della tragedia in corso
Una lezione di Antonio Cassese sulla Corte penale internazionale. Una di Andrea Graziosi sull'Unione sovietica e l'Ucraina. E poi il libro di Luigi Ferraioli "Per una Costituzione della Terra". Una cosa da ascoltare, una da ascoltare e guardare, una da leggere
Oggi vorrei suggerire tre cose: una da ascoltare, una da ascoltare e guardare, una da leggere.
La prima, da ascoltare, ha a che fare con l’attenzione alla giustizia internazionale e ai suoi tribunali, e ai crimini di guerra. E’ la lezione tenuta a Pisa, alla Scuola superiore Sant’Anna, l’11 novembre 2005 da Antonio Cassese. Il tema: “La Corte penale internazionale, i crimini contro l’umanità, la guerra, la pace”. Cassese (fratello di Sabino) è stato un giurista e docente di diritto internazionale. Era nato nel 1937 ed è morto, troppo presto, nel 2011. Dopo aver presieduto il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene e dei trattamenti inumani e degradanti, è stato il vero costruttore e il primo presidente del Tribunale penale internazionale per la ex Yugoslavia. Del 2009 è il suo ultimo incarico internazionale, prestigioso e rischioso, di presidente del Tribunale speciale per il Libano. Questa sua lezione del 2005, che ho appena riascoltato dall’archivio di Radio Radicale, dove la trovate, è una magistrale e insieme cordiale illustrazione della storia del diritto internazionale da Norimberga in poi. Tutt’altro che accademica, ed esemplare per la schiettezza e l’indipendenza di pensiero.
La seconda, da ascoltare e guardare, è una lezione dello storico Andrea Graziosi (è nato nel 1954), i cui studi sull’Urss si sono incentrati in particolare sull’Ucraina nel XX secolo. La lezione si svolge il 23 marzo scorso, ma nella forma di un’intervista di Graziosi a sua figlia Irene – “Ciao papà”, comincia – che la rende così particolarmente affabile ed efficace, e piena di rivelazioni per chi, soverchiato dagli avvenimenti e dalle angosce della cronaca di guerra, voglia prenderne un po’ di distanza, un’ora d’aria, e tornarci con un’idea meno scadente della “complessità”. Si trova su YouTube.
La terza, da leggere, è il libro di Luigi Ferraioli (1940), insigne giurista e persona giusta, che sul tema sta tornando sulla spinta orribile della guerra – ancora ieri sul Manifesto. Il libro è stato scritto prima che la catastrofe russo-ucraina gli desse un’attualità e un’inattualità ancora più drammatica, dopo il clima e la pandemia. Si intitola Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio (Feltrinelli). Attualità e inattualità sono le due possibili facce di una realistica, o almeno ragionevole – ragione e realtà hanno preso strade diverse – utopia: la campagna per una Costituzione della Terra che integri la dichiarazione dei diritti con gli strumenti per realizzarne il rispetto. “Lo stato di pace non è naturale, dev’essere istituito. E la prima garanzia è il divieto della guerra. La guerra d’aggressione è già riconosciuta come crimine (Corte penale, 1998, art. 5 comma 1). Abolizione degli eserciti nazionali e messa al bando delle armi – in dotazione esclusiva delle forze di polizia, locali e globali. Pena l’autodistruzione dell’umanità… Tornerò a scriverne estesamente, ma la lettura impregiudicata è il miglior risarcimento ai giorni e alle notti contate dal 24 marzo, e il termometro più esatto degli accessi di scetticismo o fiducia. Anche, mi pare, un sollievo parziale alla sensazione dominante di notti e giorni di ciascuno di noi, accanto all’angoscia: la sensazione che tutti gli altri abbiano perso la testa. Se non altro, per capire meglio, se stessi e tutti gli altri, su che cosa.