piccola posta
Serata alla mostra di Donatello
Era buio, pioveva, il mio sentiero era zuppo, sono andato in città. L'esposizione apre fino alle 11 di sera, il giovedì, e si può entrare fino alle 22. L’ora migliore, negli ultimi minuti si resta pressoché soli con Donatello e gli altri – Masaccio, per esempio, i due se la intendono
Giovedì, un’altra giornata esasperante. Putin e Shoigun seduti uno di fronte all’altro, Putin incastrato nel suo seggiolone come se ne facesse parte, l’altro seduto sull’orlo del suo per essere più pronto a scattare in piedi o cadere in ginocchio, a rapporto su Mariupol. Era buio, pioveva, il mio sentiero era zuppo, sono andato in città. La grande mostra di Donatello apre fino alle 11 di sera, il giovedì, e si può entrare fino alle 22. L’ora migliore, negli ultimi minuti si resta pressoché soli con Donatello e gli altri – Masaccio, per esempio, i due se la intendono. E poi col buio i finestroni di Palazzo Strozzi riflettono le figure, e io, come gli scolari, fotografo le cose solo quando si rispecchiano, il David di Donatello giovane nei vetri, il campanile di Giotto nelle pozzanghere di Piazza del Duomo.
Magnifica, la mostra – l’altra parte è al Bargello, lì bisogna andare di giorno. C’era un ragazzo, malaccio in arnese, dava fiducia, era tornato indietro a riguardare il Giovanni Battista della cattedrale senese, tirato fuori dalla sua cappella, che non si era mai potuto vedere così bene, girandoci attorno. Sei uno scultore? – gli ho chiesto. Avevo provato, ha detto, ma di scultura non si può vivere, sono passato a generi più appetibili. Sono quasi cinquant’anni che non do consigli, ma era giovedì sera, eravamo sconosciuti, per giunta con le mascherine, e io ho l’età di Donatello quando morì, morì vecchio, e gli ho detto: Fottitene dei soldi. Potevo permettermelo, non so scolpire, ma non ho soldi. Ha annuito, non per farmi piacere, credo: come se in fondo fosse già la sua idea.