L'attacco russo alla centrale elettrica di Kharkiv (LaPresse)

Piccola posta

I rapporti del console italiano da Kharkiv nel 1932

Adriano Sofri

I documenti mandati al regime fascista dai diplomatici italiani in città, che descrivevano la manzoniana raccolta di morti di fame e di tifo e un cannibalismo inconsapevole nei paesi svuotati della popolazione

Ora pressoché tutti hanno imparato il nome di Khar’kiv, versione ucraina di Khar’kov, versione russa. Alcuni hanno più o meno aderito al proclama di Putin, secondo cui l’Ucraina non esiste se non come una parte di Russia, ed è una recente invenzione di nazionalisti-nazisti e loro protettori occidentali. 

 
Da Kharkov, Urss, nel 1932-1933, Anno X e Anno XI dell’Era fascista, pervenivano a Mussolini i rapporti del Console d’Italia. Descrivevano la raccolta “manzoniana” dei morti di fame e di tifo. I paesi svuotati della popolazione, cavalli e vacche comprese. 

 

“A Valki una donna è scappata, perché i suoi famigliari più o meno per scherzo le andavano ripetendo che era la più grassa e che sarebbe gustosa in pentola. Pare che i sopravviventi siano tutti cannibali. Al tribunale di Kharkov sono in corso 300 processi per cannibalismo. Medici di mia conoscenza hanno constatato la vendita di carne umana al bazar... Rappresentanti del governo hanno ammesso una perdita di vite umane, per la sola Ucraina, di 9 milioni di anime... Uno dei miei informatori mi diceva: ‘Ormai è chiaro il disegno di sottrarre all’Ucraina qualsiasi possibilità di rivendicazioni autonomistiche, anche le più modeste. Si va incontro alla russificazione del Donec’. Da alcuni medici mi è stato confermato che la mortalità nei villaggi ha raggiunto l’ottanta per cento spesso, ma mai meno del 50 per cento. Frequenti sono i fenomeni di allucinazioni, per cui vedono nei figli nient’altro che animali, li ammazzano e li mangiano. Alcuni, potuti recuperare con del cibo adatto, non ricordano poi di aver voluto mangiare i propri figli. La fame, non sembra aver fatto ancora rinuncia alla pratica del cannibalismo. Piuttosto che di una scomparsa del fenomeno si deve parlare ora di una deviazione nel senso che la carne umana non viene mangiata più consciamente, ma fatta mangiare da chi crede di mangiare tutt’altra cosa. E’ insomma una specie di speculazione a base di carne di cadavere”. 

  

(I rapporti dei diplomatici italiani sono ora in Andrea Graziosi, “La grande guerra contadina in Urss. 1918-1933”, Officina libraria, pp.222).

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