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Ricordare la risposta di Crosetto su Regeni, ora che Meloni è andata da al Sisi

Adriano Sofri

L'attuale ministro ai tempi aveva twittato: "Ai moltissimi italiani che da mesi combattono per i diritti umani in Egitto vorrei dare un’informazione: sapete quanti cittadini egiziani sono morti nelle carceri italiane nell’ultimo anno? Dodici". Fosse vero, cosa cambierebbe nella ricerca di giustizia?

Non so che cosa farei se fossi a capo del governo italiano e avessi a che fare con al Sisi. E’ un’ipotesi così felicemente irreale. So che quando al Sisi incontrasse un capo del governo italiano o un altro suo membro e ne uscisse con la sensazione che la cosa è stata ormai archiviata, ci sarebbe da vergognarsi. La cosa è che un giovane uomo limpido e generoso è stato rapito, torturato, ucciso, buttato via e diffamato da autorità riconosciute di uno stato e dai loro sicari. I signori Regeni hanno saputo affiancare al dolore terribile della propria perdita privata un impegno intelligente e tenace per una causa di molti e moralmente di tutti. Tutto ciò è così evidente che non occorre ripeterlo.

 

Ma ieri ho letto su Repubblica un articolo di Giuliano Foschini, tra i giornalisti che più fedelmente hanno seguito questa oltraggiosa vicissitudine, in cui si scriveva tra l’altro:  “Tra le posizioni pubbliche che più avevano ferito gli amici di Giulio quella dell’attuale ministro della Difesa, Guido Crosetto: ‘Ai moltissimi italiani che da mesi combattono per i diritti umani in Egitto – aveva scritto su Twitter – vorrei dare un’informazione: sapete quanti cittadini egiziani sono morti nelle carceri italiane nell’ultimo anno? Dodici’”.

 

 

Sono stato sbalordito. Dunque un uomo autorevole come Crosetto, sia pure quando non era ancora il titolare di uno dei ministeri più importanti del governo, e più coinvolti nei rapporti diplomatici commerciali e militari con l’Egitto, aveva dato una notizia così singolare? 12 egiziani morti nelle carceri italiane in un anno? A Crosetto dev’essere sembrata una notizia che compensava o comunque attenuava la passione di Giulio Regeni, al punto che è passato sopra alla differenza: salvo che gli risulti che qualcuno di quei 12 fosse stato illegalmente sequestrato e torturato a morte nelle nostre segrete.

 

Per il momento non so controllare, e trovo inverosimile la notizia di Crosetto. Che però, fosse vera, anche solo parzialmente, non sposterebbe di una virgola lo sdegno per il tormento di Giulio Regeni, ma costringerebbe a interrogarsi sull’operato di autorità italiane responsabili di carceri in cui in un anno muoiono 12 egiziani.

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