piccola posta
Errori di rinazificazione
Raccogliere informazioni per aggiustare il tiro sulla guerra in Ucraina e incappare nella visione del Fatto quotidiano. Ecco cosa scrive l'ex generale Fabio Mini
Odessa, dal nostro inviato. Da quando la Federazione russa ha invaso l’Ucraina e ha scatenato una guerra devastante nel cuore dell’Europa, senza paragone con i precedenti pur tremendi dei Balcani, soprattutto della Bosnia Herzegovina così volentieri dimenticata, da quando dunque le generazioni europee oggi (ancora) viventi si sono trovate di fronte all’avvenimento più tempestoso della loro parte di storia dopo la Seconda Guerra, mi sono proposto di ricominciare ogni giorno di nuovo a fare i conti con la situazione della guerra, il suo presente, il suo passato e il suo futuro, convinto che sia necessario ogni giorno di nuovo, se non decidere da che parte e contro che parte stare – quello è deciso – ma in che modo. Questa premessa per dire che ogni mattina provo a raccogliere ogni informazione e ogni opinione che possa servirmi ad aggiustare, diciamo così, il mio tiro.
Bene. Ieri mattina ho letto sul Fatto la pagina consueta dell’ex generale dell’esercito italiano e della Nato Fabio Mini. La carne è debole, ahimè, e ne avevo letto già due terzi. Tuttavia ho resistito e sono arrivato fino in fondo. Se no avrei perduto la conclusione di cui vi faccio partecipi.
“La presunta coesione occidentale che si sarebbe realizzata in ambito europeo e Nato è tutt’altro che stabile, ma il sostegno americano all’Ucraina è forte e deciso, per ora, e la minaccia alla Russia è concreta. Inoltre gli obiettivi dichiarati dai russi non sono stati raggiunti: la smilitarizzazione dell’Ucraina si è tradotta in rimilitarizzazione dell’intero continente europeo e la denazificazione dell’Ucraina si è tradotta in rinazificazione di buona parte dell’Europa in termini anche formali e di tutto l’Occidente in termini concettuali. Se non nelle parole sicuramente nei fatti. Buon Anno”.
Capito? “...rinazificazione di buona parte dell’Europa in termini anche formali e di tutto l’Occidente in termini concettuali”.
Buon anno.