piccola posta
Auguri a Edi Rabini, che voleva dimettersi da qualunque cosa
La Fondazione Alexander Langer Stiftung è la sua creatura più preziosa insieme alle diramazioni internazionali, come Adopt Srebrenica. Ottant'anni per lui, un augurio da Odessa
Sempre più spesso mi succede di sentirmi in colpa, e comunque di sentirmi triste, perché manco di commemorare persone che muoiono e che sono state care e importanti alla mia vita. Oggi invece voglio regalarmi una felicità, perché festeggio Edi Rabini, una persona cara e importante e del tutto viva, che compie i suoi 80 anni. Li compie a Castelrotto, Kastelruth, dove non è in vacanza ma a casa sua, a 1.100 metri, sua e di un gatto Natalino e di Ariel, un gran cane a mezzo tempo. Saliranno da lui le sue figlie Chiara e Michela, la sua nipote Camilla, il suo nipote Niccolò, e chissà quali ulteriori umani e altri rampicanti. Edi, che condivideva col suo più famoso amico la voglia di dimettersi da qualunque cosa, è riuscito a farlo davvero con la Fondazione Alexander Langer Stiftung, la sua creatura più preziosa insieme alle diramazioni internazionali, come Adopt Srebrenica. Non credevo che sarebbe riuscito a farlo da vivo, benché il suo modo di presiedere cose sia sempre stato il più sobrio e dissimulato. Ma non poteva evitare che il suo più famoso amico lo chiamasse Presidente. Edi è spiritoso e dissimula anche questo. Ha scelto come logo della Fondazione il motto “Lokal denken, Global handeln”, che vuol dire “pensare locale, agire globale”: “che è l’inversione del noto paradigma ecologista il quale in realtà recita ‘pensare globale, agire locale’. Nessuno se ne accorge e va bene”.
Mi dispiace di non esserci, ma Edi saprà apprezzare che il mio augurio gli arrivi da Odessa. Qualche giorno fa, curioso della meteorologia locale, ho scoperto che Odessa è pressoché esattamente alla latitudine di Bozen/Bolzano. Come se Castelrotto avesse un Mar Nero, e Odessa avesse un’Alpe di Siusi.