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Le prove dei crimini commessi dai russi nel rapporto della commissione Onu

Adriano Sofri

Stupri, torture, deportazioni. "Le forze armate russe hanno effettuato attacchi con armi esplosive in aree popolate, con un palese disprezzo per i danni e le sofferenze dei civili"

Il 4 marzo del 2022 il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite istituì una Commissione internazionale indipendente d’inchiesta per indagare sulle denunce di violazioni e abusi dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, e dei crimini relativi, nel contesto dell’aggressione della Federazione russa contro l’Ucraina. Il presidente del Consiglio nominò Erik Møse (Norvegia), Jasminka Džumhur (Bosnia-Erzegovina) e Pablo de Greiff (Colombia) quali membri indipendenti della Commissione, con Møse a presiederla. La Commissione si è recata per otto volte in Ucraina e ha visitato cinquantasei città e insediamenti. Ha viaggiato anche in Estonia e in Georgia per incontrare persone fuggite dalle zone investite dal conflitto. Ha ispezionato siti di distruzioni, sepolture, luoghi di detenzione e tortura, residui di armi, documenti, fotografie, immagini satellitari e video. Non ha incontrato presso le autorità russe la collaborazione che ha ricevuto da quelle ucraine.   

L’altroieri, il 15 marzo, in un ritardo motivato dal proposito di includere gli avvenimenti più recenti, la Commissione ha reso pubblico il suo Rapporto. Quello che segue è il Sommario (l’intero documento si può leggere in rete).

“Nel presente rapporto, presentato ai sensi della risoluzione 49/1 del Consiglio per i diritti umani, la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sull’Ucraina illustra le principali conclusioni raggiunte dall’inizio del suo mandato. Le prove raccolte dimostrano che le autorità russe hanno commesso un’ampia gamma di violazioni del diritto internazionale dei diritti umani, e del diritto internazionale umanitario, in molte regioni dell’Ucraina e nella Federazione Russa. Molte di queste costituiscono crimini di guerra e includono uccisioni intenzionali, attacchi ai civili, confinamenti illegali, torture, stupri e trasferimenti e deportazioni forzate di bambini.

La Commissione ha concluso che le forze armate russe hanno effettuato attacchi con armi esplosive in aree popolate, con un palese disprezzo per i danni e le sofferenze dei civili. Ha documentato attacchi indiscriminati e sproporzionati e la mancata adozione di precauzioni, in violazione del diritto umanitario internazionale.

Inoltre, la Commissione ha rilevato che le ondate di attacchi delle forze armate russe, a partire dal 10 ottobre 2022, contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, e l’uso della tortura da parte delle autorità russe, possono costituire crimini contro l’umanità. Raccomanda ulteriori indagini.

La Commissione ha documentato un piccolo numero di violazioni commesse dalle forze armate ucraine, tra cui possibili attacchi indiscriminati e due incidenti qualificabili come crimini di guerra.

Infine, la Commissione raccomanda che tutte le violazioni e i crimini siano indagati e che i responsabili siano chiamati a risponderne, sia a livello nazionale che internazionale. Chiede un approccio globale alla responsabilità che includa sia la responsabilità penale che il diritto delle vittime alla verità, alla riparazione e alla garanzia della non ripetizione”.

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