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Le "umane" parole di Prigozhin sul prigioniero ucraino decapitato

Adriano Sofri

“Ho visto il video. Non è bene quando le persone vengono decapitate”, ha detto il capo dei mercenari russi. Non è bene, infatti. Potrebbe spingersi a dire che sia male

Evgenij Prigozhin, il prestigioso capo delle truppe che dire mercenarie è ormai un eufemismo, dato che si compongono di detenuti estratti più o meno a forza dalle celle (e crepati come carne da cannone nel mattatoio di Bakhmut in numero di 30 mila, finora, secondo valutazioni plausibili, una immane amnistia), Evgenij Prigozhin dunque, ha ieri dichiarato che la decapitazione di un soldato ucraino prigioniero eseguita, filmata e messa in rete da militari russi, non è opera della sua armata. L’ha detto con le parole più umane che si potessero trovare: “Ho visto il video. Non è bene quando le persone vengono decapitate”. Non è bene, infatti. Si potrebbe spingersi a dire che sia male.

I russi regolari, al Cremlino, hanno comunicato di voler accertare la veridicità dell’“orribile” video – anzi dei video, perché sono almeno due, come ha segnalato la Cnn. Il secondo, attribuito a membri della banda Wagner, mostra i corpi di due prigionieri ucraini cui sono state mozzate la testa e le mani. Da parte ucraina si è chiesto alla Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite di svolgere un’indagine. Abbiamo tutti il più sentito interesse a verificarlo. Nel video compaiono tre persone, e parlano in russo tutte tre: il prigioniero con il nastro dei soldati ucraini al braccio, le sue implorazioni, i suoi urli e gemiti, il militare in divisa russa che fa il suo scrupoloso e compiaciuto lavoro col coltello, un altro in divisa russa che solleva il giubbotto antiproiettile che dev’essere appartenuto al poveretto che viene decapitato.

Non ho visto i filmati. Il presidente ucraino Zelensky ha detto che “tutto il mondo dovrebbe guardarli”. Forse ha ragione. Forse allora il mondo deciderebbe di porsi il problema. Forse il mondo se ne fregherebbe. Aspettiamo di vedere, il mondo ha ancora un po’ di tempo.

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