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Dall'omicidio di Primavalle alle bombe russe. Il "quasi niente" che accomuna le nostre tragedie

Adriano Sofri

L'assassinio a coltellate della ragazza romana, le due gemelle nella pizzeria di Kramatorsk, il ragazzo francese, Naël, ucciso a bruciapelo da un poliziotto. E una frase che mette in fila tutti questi incubi

Ieri sfogliare un quotidiano era un incubo. Nella prima pagina c’era una ragazza romana di Primavalle, Michelle Maria, 17 anni, uccisa a coltellate e lasciata in un carrello dal suo presunto assassino, 17 anni. Nella prossima pagina c’erano due ragazzine, due gemelle, Anna e Yulia, 14 anni, schiacciate sotto le rovine di una pizzeria di Kramatorsk insieme ad altre 9 persone uccise e decine di ferite. Un missile russo, precisamente mirato. Alla pagina successiva c’era un ragazzo francese, Naël, 17 anni, sparato a bruciapelo da un poliziotto.

 

Un incubo. Ma perché rimettere in fila queste notizie? Che cosa c’è ad accomunarle? Niente, certo.

 

Quasi niente. In una cronaca romana si cita la frase di un signore di Primavalle: “Ho una nipote di quattordici anni e non riesco a fidarmi più di nessuno”. Poteva essere detta da una signora di Nanterre, o da un signore di Kramatorsk, e chissà da quanti altri passanti tristi del nostro mondo.

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