piccola posta
Una pagina di Dostoevskij sulla "società perbene"
"Ti esibirai tutto nudo oppure, il che è meglio ancora, mostrerai qualche tua parte segreta, ma nuda…"
“La tua compagna, una giovane signora, che si aspettava da te tante spiritosaggini quando si era seduta a giocare con te, si metterà in salvo con un grido sotto l’ala del suo consorte, un importante ingegnere tenente-colonnello il quale, dopo aver considerato con gli altri ospiti la vostra condotta, le dirà: ‘Ora vedi tu stessa, cara, che cosa ci si può aspettare da questi maestri della società’. Ti hanno messo alla porta. Sei stato privato di un piacere mondano, di piacevoli anche se innocenti momenti in compagnia di signore pietroburghesi… e di una cena. Ma tu corri a rifarti. Ognuno di voi si precipita al suo scrittoio e il mattino dopo ha già lenito l’offesa patita con un articolo che risulta di gran lunga il più velenoso, contenente una particolareggiata descrizione di tutto l’accaduto (giacché nella tua stupidità tu farai immancabilmente questo) con la menzione del padre e della madre, della consorte e persino degli innocenti suoi bambini…
Giacché anche tu fai parte di una società perbene. Se si deve giudicare dai tuoi articoli, tu sei in familiarità con generali, con battitori di vendite all’asta, con camerieri di trattoria, con viaggiatori stranieri, e leggi perfino le istruzioni ai ministri... Ci siamo incontrati col generale tale, sono stato in casa del principe tal altro, ho incontrato tizio, ho parlato con caio, egli mi ha detto questo, e io gli ho detto quest’altro.
Stando alle tue parole, è veramente stupefacente quanto tu sia conosciuto nel bel mondo, il che è da mettersi a pari forse con la necessità della tua presenza in società, giacche dal senso che si può ricavare dai tuoi articoli nessuna cosa si fa senza di te e senza i tuoi motti spiritosi, ma anche qui tu sei maldestro… Nel tuo articolo tu stipi tanti di quei generali e battitori d’asta, che non possono fare a meno di te e dei tuoi motti spiritosi, che senza volerlo concludi che tu non hai proprio nessuno, che non hai parlato con nessuno e che nessuno ha mai chiesto la tua opinione, e che semplicemente hai fatto uno spuntino a base di aringa e cipolla alla tavola calda dell’angolo…
Ti esibirai tutto nudo oppure, il che è meglio ancora, mostrerai qualche tua parte segreta, ma nuda…
Il padrone di casa chiede ai suoi ospiti di dimenticare l’accaduto, come se nulla fosse successo…”.
(F.M.D., Quaderni, 1872)