piccola posta
Una manifestazione alla quale non si poteva non andare
Non presenziare il 25 novembre significa non aver capito cosa era passato nei sentimenti e nella testa delle persone. Per fortuna, tra le migliaia di facce ce n'erano anche due a me conosciute
Era insensato non andare alla manifestazione di sabato. Voleva dire non aver capito che cosa era passato nella testa e nei sentimenti delle persone, delle ragazze e dei ragazzi, nei giorni in cui trepidavano per Giulia, sapendo. A manifestazioni così non si va per aderire a un qualche ambizioso manifesto ideologico, ma con una propria idea e una propria faccia. Le facce, in una manifestazione così, si dicono l’essenziale anche se stanno zitte. Ogni tanto, spesso ormai, quelli come me pensano a chi non c’è più, e non ha visto cadere tanto di ciò che aveva sperato. Per la stessa ragione, guardo alle minacce che incombono sul futuro sapendo che non avrò il tempo di vederle adempiute o sventate. Sabato però, nella mia campagna, con quell’improvviso vento di tramontana, ero grato di ricevere al telefono le facce delle mie nipoti che si erano incontrate al Circo Massimo, due in mezzo a quelle altre centinaia di migliaia.