Piccola posta
Lo spot di Putin per le elezioni in Russia: guerra e citazionismo
I soldati parlano un linguaggio popolare e ovviamente votano per il "presidente". Anche Odessa al centro della pubblicità
Ho visto su Telegram un primo video di promozione elettorale per Putin, e intendo contropromuoverlo a mia volta, anche per fatto personale, poiché continuo a trovarmi a Odessa. Dura appena un minuto e mezzo, ed è fatto molto bene. C’è un soldato russo che corre, su un terreno crivellato, tutto attorno sparatorie, una vasta esplosione gli fa piovere addosso i detriti. Tiene in mano un contenitore di plastica trasparente, che è un’urna elettorale. Sta andando di postazione in postazione, sulla linea del fuoco, a raccogliere i voti dei combattenti. Scende, sposta una tenda, si infila in una baracca trincerata, seduti a un tavolaccio ci sono tre commilitoni, stanno arrangiando un pasto, sbucciando cipolle, le facce segnate dal servizio al fronte appena sospeso. Uno di loro chiede: “Che c’è di nuovo?” Il nuovo arrivato, che resta in piedi e non si toglie nemmeno l’elmetto, risponde: “Le elezioni, oggi”. Quello seduto: “Oggi?” “Beh, sì”. L’altro: “Va bene”. Poi guarda bene il nuovo arrivato: “Ma tu non sei quello che ha recitato ne ‘I riservisti’?” Il nuovo arrivato sorride: “No, gli somiglio parecchio”. “Gli somigli davvero”.
Parlano alla buona, in un linguaggio popolare. Due dei soldati, seduti uno accanto all’altro, dopo essersi ripuliti le mani, prendono le loro schede e votano, passandosi la matita. Uno chiede all’altro: “Per chi hai votato?” “Veramente il voto è segreto”, lo dice scherzando. Quando hanno votato tutti tre, il soldato corridore saluta: “A Dio, ragazzi”, ed esce. Uno dei seduti chiede al terzo, che gli sta di fronte. “E tu, per chi hai votato?” Il terzo risponde netto, con convinzione: “Ce l’abbiamo un Presidente nel nostro paese. E lui ha detto: Odessa è una città russa. E io sono di Odessa!” A questo punto la radio da campo trasmette: “Allarme di combattimento. Ordine di prendere la zona fortificata”. Quello di Odessa risponde: “Ricevuto. Usciamo”. E dice agli altri: “Il Presidente”. Escono tutti, di corsa. L’ultima inquadratura, nella baracca vuotata, si ferma sul ritratto di Putin posato su una trave, con accanto la bandierina russa.
Questo il video. Molto più veloce della mia trascrizione – ve lo mostrerò, del resto. Detto della buona fattura, sono due i messaggi principali. Il primo, che per chi votare va da sé. Il secondo, che Odessa è russa, l’ha detto Putin, e che a combattere per Odessa russa sono i veri odessiti. Bisognerà ricordarselo, a proposito dei negoziati.