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Le carte rimescolate per chi sperava in una svolta su Kyiv dopo il voto francese

Adriano Sofri

C'era chi titolava sulla Le Pen e il suo annuncio: "Con noi si cambierà politica sulle armi all'Ucraina". Intanto Putin continua a bombardare, non si capisce se per celebrare l'apertura del vertice della Nato a Washington

La mattina di ieri, 8 luglio, la Russia di Putin ha compiuto la serie di attacchi sulle città ucraine più micidiale da molti mesi a questa parte, uccidendo “almeno” 30 civili, e ferendone gravemente “almeno” 112. A Kyiv, dov’è stato colpito il più grande ospedale infantile, i morti sono “almeno” 17 e 48 feriti, e a Dnipro “almeno” 11 morti e 62 feriti. E’ incerto se la pirotecnia del Cremlino abbia voluto così celebrare il giorno dopo, il 9 luglio, data di apertura del vertice della Nato a Washington, o il giorno prima, l’8 luglio, data del ballottaggio francese, che ha segnato la clamorosa sconfitta di Marine Le Pen, Vladimir Putin, e Matteo Salvini - ciascuno pro quota. E Donald Trump, se il Signore trovasse il tempo per quella telefonata a Biden. Giorgia Meloni aveva familiarizzato con Éric Zemmour, tacciato di estremismo razzista dai fascisti di Le Pen, e l’aveva accolto nel suo raggruppamento europeo - Zemmour ha preso domenica lo 0,6 per cento. Meloni, disertata dall’ingrata Vox per Orbán, non ha vinto, ma non ha perso, perché si è liberata del più fastidioso parassita politico della sua maggioranza, appunto Salvini.

Al vertice Nato la Russia di Putin sarà rappresentata dai presidenti ungherese, Orbán, e turco, Erdogan. Carte rimescolate, nel mondo di fuori e dentro il nostro.

Il 7 luglio il Fatto intitolava in prima “Le Pen: Svolta su Kiev”, e apriva la seconda con un gran titolo: “Le Pen: ‘Con noi si cambierà politica sulle armi a Kiev’”. Sommario: “Macron dovrà ascoltare le posizioni del nostro governo”. Di spalle, in grande, i grandi successi di Putin. “La guerra. Il vertice con Erdogan e Xi. Non solo Orbán: Putin riceve vecchi amici e neo-alleati”. 8 luglio, i commenti dell’opposizione italiana nel sommario di Repubblica: “Schlein: ‘Straordinario’. Bersani: ‘La sinistra c’è’. Renzi: ‘Centro decisivo’. Ma Conte: ’Vince chi punta sulla pace’”.

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