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Quanti fieri autodidatti in politica che dicono: "Io non prendo lezioni da nessuno"

Adriano Sofri

Immaginate un alunno, un’alunna, che avesse cominciato l’anno scolastico con quel motto. E immaginate un insegnante, un’insegnante, che l’avesse fatto proprio. In generale, si sta al mondo proprio per prendere lezioni

Non so se tra le parole e i modi di dire che ogni giorno fedelmente Francesco Merlo ghigliottina sia entrato quello: “Io…”, o “Noi non prendiamo lezioni da nessuno”. Inesorabilmente, chi lo pronuncia (la frequenza è più fitta delle pillole di un cardiopatico) è fortemente bisognoso di iscriversi a un corso di recupero. Tutti questi fieri autodidatti, che riempiono le file di destra centro e sinistra, invero con una inclinazione prevalente alla prima, intendono dire che in quella cosa là, qualunque sia, nessuno li ha preceduti, e nessuno la sa lunga come loro. Ieri era un ministro dell’Interno che, quanto a diritti umani, non prende lezioni da nessuno. E un relatore del decreto sicurezza che, quanto a carceri, non prende lezioni da nessuno. E Macron che quanto a immigrati non prende lezioni eccetera. Ieri, quando l’ho risentita più volte in qualche telegiornale, ho pensato che fosse un gran modo di festeggiare il primo giorno di scuola. Immaginate un alunno, un’alunna, che avesse cominciato l’anno scolastico con quel motto. E immaginate un insegnante, un’insegnante, che l’avesse fatto proprio. Il fatto è che si va a scuola, da scolari o da docenti (per non dire dei genitori), per prendere lezioni. In generale, si sta al mondo per quello. Poi, quando si fa sera, ci si chiede: “Che cosa ho imparato oggi?”. Uno, o una, che arrivato a sera si chiedesse: “Che cosa ho insegnato oggi?”, farebbe una gran compassione. Chiunque sia, anche il Papa. Immaginate il Papa che dichiara: “Io non prendo lezioni da nessuno”. Lui si premura sempre di dire: “Pregate per me”.

Quanto a me, non avevo mai pronunciato, prima di questo momento, la frase: “Non prendo lezioni da nessuno”. Né l’altra frase, che ormai è la clausola finale di ogni dichiarazione pubblica di uomo o donna, coloro che non prendono lezioni: “Così non si va da nessuna parte”. A me continua a piacere la frase che all’unisono si rivolsero uno che tornava e uno che scappava a metà del tunnel della Sarajevo bombardata: “Dove cazzo vai?”.

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