Gianni Coscia - foto Wikipedia

Piccola Posta

Il ricordo di Sergio Staino e una chiaccherata con Gianni Coscia

Adriano Sofri

Sabato a Torino ho incontrato Coscia durante un incontro in ricordo del fumettista deceduto lo scorso ottobre. 93enne, fisarmonicista, mi ha parlato dei suoi ricordi d'infanzia e della sua città, Alessandria. Spero ci saranno altre occasioni d'incontro

Sabato ero a Torino, ricordavamo Sergio Staino. Io avrei parlato, Gianni Coscia suonato: bella differenza. Ha suonato, col piano di Fabrizio Mocata e il contrabbasso di Michele Staino, le cose più varie, comprese “Ma l’amore no”, “Garganta con arena”, e “Amapola” - le canzoni e i brani jazz amati da Sergio. Gianni Coscia è un gran musicista, un celebre fisarmonicista. La fisarmonica può far guaire di nostalgia i cani e far danzare il cuore in petto agli umani. Sabato sera, fatta la nostra parte, Gianni e io abbiamo avuto l’occasione di parlare a lungo, come non avevamo mai fatto. Meglio: anche mentre parlava, come quando suona, io stavo a sentire.
 

Gianni è di Alessandria, ha 93 anni come se niente fosse, è stato compagno di scuola e amico di Umberto Eco, che l’ha raccontato ne “La misteriosa fiamma della regina Loana”. La prima fisarmonica era fatta a mano da un falegname delle sue parti. Gianni ha ricordi vivi e drammatici degli anni di guerra, suo padre interrogato dai tedeschi perché dicesse dove nascondeva gli ebrei, col bambino presente per fargli più paura, e poi dai fascisti che arrivavano secondi, a fare il verso. Una volta comparve in città un giovane con un trench sopra un abito civile, completamente bianco. L’apparizione disse al ragazzino con la fisarmonica: “La sai Amapola?” E lui si ingegnò di suonarla. Così com’era arrivato, l’uomo bianco presto scomparve, e tutta la città si interrogò su chi fosse, e immaginò che avesse ricavato l’abbigliamento dalla seta di un paracadute. Gianni non aveva più avuto una gran dimestichezza con Amapola (che vuol dire papavero), finché non la ascoltò orchestrata da Ennio Morricone per “C’era una volta in America”, trasformata nel motivo conduttore del film, a cominciare dal ragazzo Noodles che spia da una fessura Deborah che balla e se ne innamora per sempre.
 

Nel 1945, alla liberazione, arrivò ad Alessandria una banda musicale militare, aggregata all’esercito americano, grandiosa, un centinaio di elementi, tutti brasiliani, tutti musicisti provetti, ed eseguirono nella piazza una canzone mai sentita che fece ballare l’intera città: era “Brazil”, era stata composta da Barroso nel 1939, Gianni è convinto che quella sia stata la prima esecuzione in Europa, prima che arrivassero il dopoguerra, Saludos amigos e Carmen Miranda. Gianni ha suonato in tutto il mondo. Si affezionò al Giappone in una tournée con Milva, e continua a frequentarlo perché un suo figlio vive e lavora là. Gli piace che sia così spontaneamente pulito, e che le persone abbiano una cura così rispettosa degli altri. Comunque, lui sta bene ad Alessandria. Il resto lo racconto un’altra volta, se Dio vuole. Gianni e io abbiamo tempo. Intanto lui e gli altri due hanno inciso un disco intitolato “Bobo songs - Le canzoni di Sergio”. Canzoni di livello altissimo e bassissimo, come si deve quanto al gusto, di bellissima esecuzione. In ottobre, saranno al centro di un grande appuntamento del Club Tenco.

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