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Cade Vuhledar nel Donetsk. Un mondo lastricato di pietre d'inciampo

Adriano Sofri

La Giornata del Difensore a Kherson, i bombardamenti russi e la presa di una "fortezza" che da 14 mila abitanti due anni fa è passata a contarne 107

Mi ha scritto un’amica da Cracovia. Il mucchio dei morti ammazzati di Gaza, dice, fa sì che si esiti a numerare i morti della concorrenza.

Oggi in Ucraina si celebrava la Giornata del Difensore. Anche a Kherson, dove la cerimonia si teneva nel mercato del centro, bombardato un anno fa. Il bombardamento di ieri ha fatto 7 morti e solo 3 feriti.

Oggi, insediandosi, il nuovo segretario, Mark Rutte, ha ribadito che la vittoria dell’Ucraina resta l’impegno prioritario della Nato.

Oggi, forse, è caduta la “fortezza” di Vuhledar. Vuhledar aveva, due anni e mezzo fa, 14 mila e 200 abitanti. Ieri ne restavano 107, contati. Donne e uomini vecchi, da scantinati. La percentuale di edifici rimasti in piedi è perfino minore. Nei giorni scorsi le fonti ucraine paventavano l’accerchiamento dei difensori, con le forze russe avanzate da tre lati. Oggi dicevano che erano arrivate in quello che era stato il centro cittadino. L’attacco a Vuhledar è costato agli occupanti russi migliaia e migliaia di morti. La sua conquista avvicina la caduta di Pokrovsk e dell’intera parte meridionale del Donetsk ancora ucraina.

La mia amica di Cracovia mi scrive di vivere in un doppio esilio. Ho fatto un sogno spaventoso, dice. Ho sognato che il mondo sopravviverà, e sarà interamente lastricato di pietre d’inciampo.

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