piccola posta
Il dato impressionante quanto ovvio di non trovare donne nelle foto di Jalta
Churchill, Stalin, Roosevelt, ma in quegli scatti si possono arrivare a contare altri 59 uomini e nemmeno una donna. Ezio Mauro ricorda due nomi femminili: uno è la Giselle del balletto del Bolshoj, l’altro è della moglie di Churchill, Clementine
Vi ricordate, immagino, chi c’era a Jalta. Forse non vi siete chiesti chi non c’era. Ieri la Stampa aveva in prima pagina un commento di Assia Neumann Dayan sulla cerimonia di consegna della giovane Arbel Yehoud, rapita e tenuta in ostaggio per 482 giorni: “C’è una ragazza sola in mezzo a centinaia di uomini. Una folla di maschi, di tutte le età, con un mitra o un telefono in mano. Terroristi, civili, bambini. La riprendono, la spingono, la vogliono linciare, le urlano addosso”. Le cronache sottolineano che l’esposizione, la messinscena, il palco, sono riservati da Hamas alle sole donne “liberate”.
Ieri la Repubblica aveva la prima puntata di un nuovo “reportage” storico di Ezio Mauro sugli ottant’anni dalla Conferenza di Jalta. Leggetelo, se non l’avete fatto. Voglio solo richiamare l’attenzione su un dettaglio, chiamiamolo così. Ci sono, a illustrare le due pagine, più la copertina, 6 fotografie. La prima rappresenta il tavolo rotondo della conferenza: si contano, seduti tutto attorno, 17 uomini. Nella seconda ci sono Churchill e Stalin, e altri tre uomini. Nella terza, la più grande, colorata, al centro seduti Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin, e in piedi, dietro o accanto a loro, 22 uomini, compreso un fotografo. Nella quarta i potenti della terra sono a tavola, a pranzo: è tagliata, ma si riconoscono 12 uomini, fra commensali e camerieri. Nella quinta Roosevelt parla con Churchill, 2 uomini. In tutto, le foto di 62 uomini, nemmeno una donna – non dico una statista, ma una interprete, una cameriera, una dattilografa, una parrucchiera, un’amante, una spia. Non una. Nel testo di Mauro – rileggetelo – figurano due nomi femminili: uno è la Giselle del balletto del Bolshoj, l’altro è della moglie di Churchill, Clementine, cui lui scrive. Naturalmente, Mauro non ha nessuna corresponsabilità nella cosa. Al contrario, ha il merito ulteriore di aver messo in risalto un dato impressionante quanto ovvio: la Storia, tanto più quando sceglie una data per mettersi a tavola e celebrarsi, è stata affare esclusivo di maschi, e in buona parte del mondo lo è ancora. Fino a un certo punto non si notava. Era naturale.