
Parco dei Calanchi, Aliano, Mngon (G. Cillis)
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Aliano, il borgo lucano "quasi" capitale della cultura
Il suo sindaco aveva detto "Magari stavolta tocca a noi, i piccoli!". Ma non ce n'è bisogno: ad Aliano d'inverno si svolge il festival "La luna e i calanchi", le case hanno occhi che tengono lontani gli spiriti maligni, una pinacoteca raccoglie disegni e quadri di Carlo Levi, che lì volle essere sepolto. Un luogo di rinascita e meraviglia
Allora Pordenone, “Città che sorprende”, sarà la capitale italiana della cultura nel 2027. Bella scelta. Sarebbe stata una bella scelta qualunque altra, fra le concorrenti. “Delusione ad Alberobello, Brindisi e Gallipoli”, leggo. E alla Spezia, Pompei, Reggio Calabria, Sant’Andrea di Conza (Avellino), Savona. Io avevo una candidata: Aliano (Matera), “Terra dell’altrove”. E un candidato: il sindaco di Aliano, Luigi De Lorenzo, in fervida compagnia dei mille abitanti. Intanto, per la predilezione per un piccolo borgo - le città, col fardello del loro retaggio, possono morire di sete, come Agrigento, o di indigestione, come Pompei. “Magari stavolta tocca a noi, i 'piccoli’ che non amano farsi mettere in un angolo!” - diceva De Lorenzo, desideroso di mostrare come “la cultura si nutra anche di piccole dimensioni, turismo lento e paesaggi ostili, che diventano luoghi di rinascita e meraviglia”.
Un giorno, nel 2019, il sindaco e Sergio Staino ebbero l’idea di raccontare che cosa si era perso Gesù non proseguendo oltre Eboli, e ne venne il libro di disegni: “Quel giorno che Jesus non si fermò a Eboli”. Carlo Levi, quanto a lui, aveva proseguito, cioè era stato fatto proseguire, nel 1935, da confinato, ad Aliano, e là volle essere sepolto. “Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco”. Nel suo programma, Aliano ha anche una festa d’inverno che di quel biancore ha fatto tesoro, “La luna e i calanchi”. Oggi, a cose fatte, Aliano può contare sul suo nuovo richiamo: il borgo lucano che è quasi diventato capitale della cultura, dove le case hanno occhi per tenere lontani gli spiriti maligni, una pinacoteca raccoglie disegni e quadri di Levi, e certe signore che so io fanno le orecchiette capaci di tener testa al resto del mondo. E a questo punto, non c’è ragione di aspettare il 2027.


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