
Parco di Selinunte (ANSA FOTO)
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Lasciate perdere le ultime notizie: Pino Veneziano
Nato a Riesi nel '33 e morto 31 anni fa, è stato molte cose: capraio, garzone, ristoratore, cantautore e ispiratore di amicizie. Ieri si è svolta la ventesima edizione del premio a lui intitolato
A sentire: “Castelvetrano”, vi verrà subito in mente un nome. Ieri, al teatro Selinus, si è svolta la ventesima edizione del premio intitolato a Pino Veneziano. Pino era nato a Riesi nel ’33, è morto 31 anni fa, è stato tante cose, come si dice, lui davvero: dopo la terza elementare, capraio, garzone, ristoratore a Marinella di Selinunte, con Jojò e Giacomino, e finalmente cantautore e ispiratore di amicizie. Bello, faccia di gitano, dice Umberto Leone, faccia da Yves Montand, dico io, una sera c’era Borges, non volle che gli traducessero il siciliano delle canzoni di Pino, le ho capite, disse, volle carezzargli il viso, per sincerarsi che fosse come lo immaginava. Il padre di Pino era stato contadino, poi carabiniere, era sparito che lui era bambino. Da Pino si faceva notte nelle compagnie più miste e impensate, il mare sotto, i templi di fronte. Una volta passarono dei paesani di Riesi, gli dissero che c’era un vecchio col suo cognome, Pino ci andò e dal vecchio solitario che viveva alla meglio vide una chitarra, e pensò che qualcosa tiene comunque insieme la gente. Morì presto, Pino, per certi suoi invincibili dolori. Di lui hanno scritto tanti, lui aveva scritto in una canzone: “Chista è ’na terra ca ’nni duna aranci, / chista è ’na terra ca ’nni duna vinu, / si nni po’ fari un beddu giardinu / ma cca chi havi li su’ guai si li chianci” – qua, chi ha i suoi guai, se li piange. E anche, ne “Lu patruni è suvecchiu”: “Chistu vulemu. Vulemu tuttu chiddu ch’è nostru. Lu vostru? Vi lu lassamu! Tantu è nenti”. Il vostro? Ve lo lasciamo, tanto è niente.
A sentire “Castelvetrano” vi sarà venuto in mente – “L’efebo!” “Giovanni Gentile“!” Ci siete quasi, lasciate perdere le ultime notizie: Pino Veneziano.

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