
Piccola Posta
È bene diffidare di chi ritiene superata la differenza tra destra e sinistra
Nel collasso politico di oggi è emersa l'improvvisa facilità a distinguere tra destra e sinistra: a destra c'è ogni persona contenta dell'avvento di Trump e della sua associazione a delinquere con Putin. Lascio a voi la classificazione
Diffido radicalmente di chi ritiene “superata” la differenza fra destra e sinistra. Nella accezione tradizionale della politica, nell’ambito che riguarda le arcaiche e vive lotte fra umani, dichiararsi “né di destra né di sinistra”, “oltre destra e sinistra”, e così via, è solo un modo vanesio e reticente per confessarsi di destra. Quando si tratta del destino del pianeta, la conservazione smette di essere un atteggiamento di destra. Oggi quel modo tradizionale di intendere la politica, soperchierie di classe e di sesso e lotte di fazioni e guerre di nazioni, ha ripreso violentemente il sopravvento, pretendendo di accantonare come superflue, o dilazionabili a piacere, questioni urgenti come il riscaldamento globale o le pandemie. Una rivalsa di trivellatori e bombardieri.
Azzardata e surreale com’è stata – un effetto della vanità senile di Biden e della sua corte, incapace di investire per tempo sulla successione – la vittoria di Trump, e l’inspiegabile o troppo spiegabile lega con Putin, hanno travolto la scena della politica mondiale. Senza ritorno, penso, se ci si affida all’arsenale di risorse di quella tradizionale politica. Oltretutto, sommerse da ondate travolgenti, come fu quella degli anni Trenta del secolo scorso, le persone erano forzate a prendere posizione ma avevano per lo più i riferimenti veri o immaginari della classe, del partito, del sindacato. L’assetto del mondo che va configurandosi sotto i nostri occhi come un ubriaco arrembaggio è, in un futuro prossimo, al sicuro da rivolgimenti politici. Somiglia a una spartizione di mafie internazionali, può incappare solo in guerre di mafia. Dalla democrazia, dalle libertà, è al riparo. Non è mai stato così vero quello che sembrava un witz, un’inversione scherzosa di senso: nel breve periodo siamo tutti morti. (Del resto, “morire per l’Ucraina?” Erano contrari perfino a che morissero per lei i volontari ucraini. E ora, “morire per la Groenlandia”? Ne rideranno, a crepapelle. I groenlandesi no, ma “sono quanti gli abitanti di Cuneo”). Morti: chi lo può dire con più piena e letterale sicurezza, come me, non riesce a immaginare un inciampo al corrente congresso di Vienna se non in un’origine estranea alla politica tradizionale – estranea alle elezioni, in sostanza, per non dire delle rivoluzioni: in qualcosa che pertenga alla storia naturale, le pandemie, appunto, il clima, i salti di specie… L’asteroide 2024YR4.
Per chi, come me, conserva un ragionevole attaccamento alla distinzione fra destra e sinistra, e all’idea che “il cuore batta a sinistra” – tutt’altra cosa dal “più a sinistra”, dalla “vera e falsa sinistra”, una schietta autocertificazione - c’è un risultato collaterale in questo collasso politico, un’amara consolazione, l’improvvisa facilità a distinguere fra destra e sinistra. Destra è ogni formazione politica, ogni persona, contenta dell’avvento di Trump, e, per perfezionare la cosa, contentissima dell’associazione a delinquere fra Trump e Putin. La rilevazione è anche retrospettiva, vale per quanti, prima dell’elezione americana, dichiaravano di non saper o voler scegliere fra Trump e Biden, poi fra Trump e Harris – voleva dire che avevano scelto, in cuor loro, Trump. E la rilevazione è anche istruttiva, perché mostra che l’antiamericanismo dogmatico, “ideologico”, “di principio”, era una nostra interpretazione ottimistica, un eccesso di fiducia. Battuti i democratici, arrivato Trump – e Musk, e Vance, e tutta la banda – l’antiamericanismo è finito, o almeno si è fatto languidamente fioco, e si è soavemente coniugato con il filoputinismo, gabellato per amore per la Russia e per Dostoevskij. Non è una consolazione, l’ho detto. Provate. Da una parte stanno i Fratelli d’Italia (con una riluttanza i vinicultori), euforicamente la Lega, Forza Italia (con qualche esitazione, l’Esitazione è l’anima di Forza Italia, almeno fino a che una Berlusconi non decida di occuparsene), i 5 Stelle con l’entusiasta Giuseppi (dei renitenti?), e qualche campionario di sinistra-più-di-sinistra. Dall’altra gli altri, dunque più in minoranza ancora. L’elenco di dove stiano le forze politiche europee, e i giornali e i media, e le singole persone, in Italia e in Europa, fatelo voi: è divertente. Si capisce tutto.