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Piccola Posta

Una Domenica delle Palme insanguinata

Adriano Sofri

Bambini uccisi nella strage di Sumy, come nel parco giochi di Kryvyj Ryh. Nel bombardamento dell'ospedale Ahli, come ogni giorno a Gaza. Come il 7 ottobre. Una mattanza, in un mondo che di bambini è diventato avaro

Ormai l'avrete sentito: questo è l'anno, il primo dopo undici, in cui la Pasqua ortodossa si celebra nella stessa data di quella cattolica e delle altre confessioni cristiane. Nella piazza romana di San Pietro i fedeli festeggiavano la domenica delle Palme con il Papa Francesco redivivo. In una piazza nel centro di Sumy , capoluogo dell'oblast' omonimo, a trenta chilometri dalla frontiera nel nordest ucraino, un doppio colpo di missili ha fatto strage di persone radunate dalla domenica delle Palme , che in questo clima è la domenica dei Salici. “Stavano andando a pregare”. Scrivo quando i morti sono 34 ei feriti 119 . E' morta Olena Kohut, organista e pianista solista della Filarmonica regionale, era all'interno della Filarmonica quando è avvenuto l'attacco. E' stato colpito un autobus bianco e rosso, sono morti quelli che erano a bordo: non tutti, una madre con la sua piccola è riuscita a saltare giù, un tredicenne si è buttato nelle fiamme per tirarne fuori qualcuno.   Fra i colpiti nella piazza, due bambini sono morti, 15 bambini feriti . Bambini, come i nove uccisi una settimana prima nel parco giochi di Kryvyj Ryh – più undici adulti, là. (Bambini, come il 7 ottobre in Israele, 36 uccisi, 30 rapiti, bambini, come ogni giorno innumerevoli a Gaza. Bambini, a differenza che in Russia). 


Ma voglio estrarre quest'ultimo dettaglio dalla parentesi, e lasciarlo libero del suo splendore: i bambini vengono uccisi su tutti i fronti delle guerre di cui si parla e si piange: tranne che in Russia. Questa è una magnifica eccezione. Nessuno infatti, nessuna, può augurarsi che per saldare il conto vengano uccisi bambini in Russia. In Russia oltretutto si trovano anche le migliaia di bambini rapiti in Ucraina. Si prega solo che i bambini non vengano uccisi, da nessun lato dei fronti. Nemmeno i vecchi e gli adulti, del resto. Ma i bambini, le bambine, non occorre dire perché di più. E in un mondo che ne è diventato avaro. 


I missili balistici erano Iskander-M/KN-23, lanciati dai distretti russi di Voronezh e di Kursk. Il primo serviva ad ammazzare e radunare la gente attorno agli ammazzati. Il secondo era destinato al raduno e caricato con proiettili a frammentazione destinati ad esplodere prima dell'impatto sul suolo, in modo da ampliare il raggio di distruzione. “Un errore”, hanno detto a Trump. C'è il metodo negli errori.  

L'Ucraina ha formalmente accettato il cessate il fuoco di 30 giorni, senza condizioni, trattato dagli americani a Jeddah lo scorso 11 marzo, cioè un mese e due giorni prima della strage di Sumy. La Russia l'ha ignorato e vilipeso, e ha accresciuto a oltranza i bombardamenti sulle città e l'attacco al fronte nord-orientale di Kharkiv e di Sumy, non più impedito dall'occupazione ucraina di una parte del Kursk. Tutta questa fase delle operazioni è stata svolta dall'esercito russo sotto l'ombrello, come si dice, degli Stati Uniti di Trump, il quale dice a ore alterne di essere molto soddisfatto di come vanno i negoziati di pace con la Russia, e di essere irritato da come vanno, e dall'eccesso di morti ammazzati. Quando i russi gli hanno chiarito cha a Sumy è stato un errore, se n'è saziato.  Da noi, con alcune dignitose eccezioni, la guerra della Russia all'Ucraina viene trattata come una seccatura protratta da evadere, salvo nominare ogni tanto i morti ammazzati, non tanto per compiangerli quanto per rinfacciarli a Zelensky e agli ucraini, che si prestano fervidamente al proprio massacro. (Ci sono delle avanguardie cui non la si fa, e spiegano che a Sumy non è successo e che la mamma con la bambina è una comparsa e che se la strage se la sono fatta gli ucraini, “come a Bucha”). 


C'è una convenzione informale fra persone educate a evitare la reductio ad Hitlerum: non è ragionevole quanto alla realtà effettiva, né intelligente quanto alla peculiarità degli eventi storici. Oggi Alessandro Barbero spiega appunto che la Russia non è la Germania di Hitler. E lo è la Germania di Friedrich Merz, cui ha così ironicamente alluso replicando a un fake di Bottura? Ieri Luciano Canfora spiegava, invece, che Gaza è esattamente come Auschwitz. La reductio ad Auschwitz sì? 


La scadenza “fissata” da Trump per l'entrata in vigore del cessate il fuoco è al 20 aprile, il giorno di Pasqua di Resurrezione. La domenica dei Salici è stata festeggiata da missili, droni Shahed e bombe di fascisti e plananti anche a Kherson, su un ospedale di Odessa, a Kupyansk, e in varie altre località della (“martoriata”) Ucraina. “L'attacco delle forze russe su bersagli civili a Sumy ha superato i limiti della decenza” – ha dichiarato il mortificato Keith Kellogg, già inviato speciale da Donald Trump per la Russia e l'Ucraina. Per rappresaglia, d'ora in poi gli attacchi delle forze russe su bersagli civili verranno definiti indecenti. Il nunzio apostolico, monsignor Visvaldas Kulbokas, che parlava in italiano, è andato al sodo. "Non altro rimane che rivolgersi al Signore, affinché sia ​​Lui a difendere, poiché sembra che nessun'altra forza sia capace di proteggere la pace e la vita. Che il Signore abbia pietà di noi".

Le coincidenze imperversano. "Dura condanna della diocesi episcopale di Gerusalemme per gli attacchi missilistici di oggi contro l'ospedale arabo Ahli, a Gaza, gestito dalla Chiesa anglicana, colpito da due missili . Poco prima del bombardamento, l'esercito israeliano aveva ordinato di evacuare i locali dell'ospedale. Un bimbo, in precedenza colpito alla testa, è morto a causa dell'affrettata evacuazione. La diocesi esprime tutto il suo sgomento per il bombardamento dell'ospedale, avvenuto nella Domenica delle Palme”. (Le due citazioni sono tratte da Vatican News). 


I campi di rifugiati del Darfur, Zamzam e Abu Shorouk, che sono arrivati ​​a contenere – contenere, luoghi di contenzione – 700 mila persone, vengono a loro volta bombardati da una delle due fazioni militari. Domenica – ma là se ne fottevano delle Palme – 100 morti, di cui “solo” 20 bambini. L'ultimo bilancio dell'Onu, dopo due anni di “guerra”, certifica che “quasi 10 milioni di sudanesi abbandonati hanno le proprie case, la metà dei quali sono bambini”. C'è, in questa vigilia di Pasqua, un'aria di Natale.