Ercole Incalza

Incalza mi ispira fiducia. Pistaroli e lobby pettegole meno

Giuliano Ferrara
Il tipo non mi dispiace, così, a vederlo in fotografia, per istinto. Ha un’aria intelligente e autorevole, il burocrate Ercole Incalza, detto Ercolino. Il magistrato veneziano Carlo Nordio dice che la corruzione, data la nostra legislazione, norme e cultura, è “quasi inevitabile”.
Il tipo non mi dispiace, così, a vederlo in fotografia, per istinto. Ha un’aria intelligente e autorevole, il burocrate Ercole Incalza, detto Ercolino. Il magistrato veneziano Carlo Nordio dice che la corruzione, data la nostra legislazione, norme e cultura, è “quasi inevitabile”. Affermazione impegnativa, accidenti. Me lo ha fatto notare il direttore di questo giornale mentre tornavamo da Milano in treno, filando a tutta birra. Chissà se anche il servizio di tecnici dell’amministrazione e delle infrastrutture come Incalza è inevitabile, o quasi inevitabile. I giornali ora pubblicano i leaks delle intercettazioni, spazzatura che sputtana. So di non esserci. Non conto. Non sono corrotto, almeno non da quel punto di vista. Non mi hanno ristrutturato case a buon prezzo, assunzioni di parenti no e poi no, non li conosco. Le cricche mi sono lontane. Ma vista ad alta velocità, e proprio nel tratto o nodo di Firenze che è considerato sospetto, quella faccia di Ercolino mi fa una strana impressione. Senza di lui e senza quelli come lui saremmo davvero tutti più ricchi, con la legalità in perfetto controllo, l’erario ben custodito, e a che velocità andrebbero i treni tra Roma, Napoli, Milano e Torino?

 

Non ne sono sicuro. Le storie sono sempre le stesse e sono raccontate sempre nello stesso modo dagli stessi pistaroli bene informati in procura. Cifre gigantesche di appalti: 25 miliardi in non so quanti anni. Un reato? Appaltatori che prendono per sé una bella fetta della torta: ma non sono certo che questo avvenga solo per cuginanza, favori personali, lobby, massonerie del denaro. Infatti vorrei che giornali e tv mi informassero anche sui loro curricula, se sia gente seria questa genia di appaltatori, se sia alla fine capace di fare il duro lavoro di realizzare qualcosa in un paese chiacchierone, pettegolo, bestialmente incline al rinvio com’è l’Italia. Faccio di questi pensieri anche quando penso all’Autostrada del sole, alla sua costruzione in tempi brevi nell’Italia del miracolo. Ci furono sovraccosti, tangenti, appalti preferenziali, vie brevi, amicizie, scelte politiche più che amministrative? Non so. Ma una volta andai a Firenze nella Fiat Millecento di mio padre, lungo la Cassia, mezzo secolo fa, era un viaggio romantico e scomodo, un’Italia da sogno e da incubo.

 

La vita cambia, le infrastrutture la cambiano. Ieri quelle materiali. Oggi quelle materiali e immateriali. Cambiano le rotaie, le macchine volanti sulle rotaie, cambiano le stazioni, gli aeroporti, le strade, cambia tutto, e ci si trasporta con una certa decenza tecnica, si incrementa il commercio, il turismo. Certo, si potrebbe fare ancora di più e ancora meglio: i pendolari non se la passano gran che. I bus cittadini in mezza Italia sono relitti. Dite quello che volete, ma non sono sicuro che i tipi come Ercolino siano del tutto estranei al cosiddetto “progresso”. Non sono sicuro che le loro consulenze, i loro modi di lasciarsi attaccare alle mani un po’ di grasso, se è così, se così lo si può dimostrare in un giusto processo, siano illegali. E, se illegali, che siano evitabili, o quasi evitabili come suggerirebbe il magistrato intelligente Nordio. Detto chiaro, se spunti un villozzo o un conto bancario un po’ troppo grasso, la mia reazione non è di invidia, di odio, di censura. E’ una reazione abbastanza blanda, da immoralista. Guardo le rotaie e i tralicci che scorrono a quasi trecento chilometri l’ora.

 

[**Video_box_2**]Di una cosa però sono convinto. Il trattamento di questa materia è generalmente incivile, è esposto alle regole della gogna e della galera preventiva più che della giustizia, nasce sempre preceduto da guerre di lobby pettegole, non sai mai se l’indagine telefonica è origliamento o ricerca di prove certe. Se parla l’uomo di legge o il mediocrate che deve vendere copie sulla credulità del popolo. Alla luce del procedere moralistico-giudiziario, tutto è reato. Il rolex. Una raccomandazione. Un figlio. Eccetera. E poi c’è un ministro, un bravo poliziotto molisano divenuto eroe della giustizia, che non ha lasciato dietro di sé molti ricordi, se non penosi, e che alla fine si è messo di lato perché anche lui moralizzatore moralizzato, il quale dice tronfio che lui Incalza, Ercolino, non lo voleva. E un altro ministro, che se la vede con l’Expo e altre bazzecole, che invece cercava di rassicurare Ercole, gli diceva di continuare a faticare perché il suo potere lui lo avrebbe politicamente difeso. Magari mi sbaglio, magari tutto va risolto con i comizi di Grillo e Salvini, e con le intercettazioni a mezzo stampa, magari è così, ma non ne sono del tutto sicuro. La faccia di Incalza mi ispira oggi una strana fiducia.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.