Renzi intorta la minoranza del Pd
Tecnicamente, Renzi ha aggirato in modo spietato la minoranza del Pd e con un piccolo gioco di prestigio ha fatto quello che nessuno aveva pensato che sarebbe riuscito a fare: fissare a prima delle regionali il termine ultimo per votare, e approvare, la legge elettorale. Il giochino si è materializzato oggi pomeriggio quando, a fronte di ripetute richieste della minoranza del Pd di discutere in direzione le riforme istituzionali, Renzi ha convocato per lunedì prossimo la direzione del Pd mettendo però all’ordine del giorno una e solo una questione: l’approvazione dell’Italicum. La mossa è piuttosto spietata per una ragione molto semplice: Renzi aveva la necessità di far approvare alla Camera il testo dell’Italicum senza toccare una sola virgola, pena dover riandare al Senato e doversi confrontare con una maggioranza piuttosto instabile. Tutti pensavano che il presidente del Consiglio avrebbe aspettato qualche mese, avrebbe fatto passare le regionali, per sostituire con calma alcuni membri della Commissione Affari Costituzionali, per poi sfidare la minoranza del Pd, ma le cose sono andate invece in maniera diversa e Renzi ha fatto un ragionamento di questo tipo: faccio approvare l’Italicum in direzione, dove ho la maggioranza assoluta, se serve faccio approvare l’Italicum anche nei gruppi parlamentari della Camera, dove ho la maggioranza, e poi porto in Aula la legge elettorale sapendo che prima delle elezioni regionali la minoranza del Pd potrà mormorare quanto crede ma non arriverà al punto di spaccare e scindere un partito. La mossa rischia di funzionare.
Renzi, a un anno di distanza dall’approvazione alla Camera dell’Italicum in prima lettura, potrebbe dunque ottenere il vaglio alle legge elettorale. Ci riuscì già lo scorso anno, prima delle Europee, e Renzi fu premiato anche per questo alle urne. Si dirà: approvare la legge elettorale ora accorcia la legislatura? Verrebbe la tentazione di pensarlo. Ma la verità è che un Parlamento come questo, per Renzi, è il migliore possibile. E d’altronde, un Parlamento dove tutti hanno paura di andare a votare per l’unico che non ha paura di andare a votare è il miglior incentivo per andare avanti e governare a lungo.