Occhio al populismo penale
Al direttore - Aumenta il numero delle persone investite e ammazzate da auto in corsa, spesso guidate da giovani, ubriachi, drogati o stranieri senza patente, che poi scappano senza nemmeno soccorrere. Quando va loro male, se la cavano con pochi giorni di carcere, per lo più ai domiciliari, salvo poi continuare a fare la stessa cosa, perché attualmente non vi è reato di omicidio stradale pur essendo favorevole il ministro competente. I cittadini si chiedono il perché non viene emanato – tra i tanti – un apposito decreto legge per rendere reato penale gli omicidi stradali.
Mario De Florio
Decreto o non decreto, mi sembra che il ddl severo del governo su questo tema abbia, come capita spesso con Renzi, una doppia chiave di lettura. Un reato come l’omicidio stradale è quanto di più possibile odioso ma se l’obiettivo è diminuire la percentuale di omicidi stradali l’introduzione di nuove fattispecie penali rischia di essere solo una trovata populistica. Per l’omicidio stradale come per qualsiasi altro reato, grave o meno grave, ciò che conterebbe davvero non è il populismo penale ma è la certezza delle pene e delle sanzioni già esistenti. Lo ha detto tempo fa anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Una legislazione animata da populismo penale può produrre contraccolpi pesanti sulla sicurezza del paese”. Forse, su questo punto, servirebbe un supplemento di riflessione.