C'è un giudice a Strasburgo
La notizia è gustosa e vale la pena metterla giù così come il Foglio l’ha appresa: da un paio di settimane a questa parte alcuni membri della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo hanno fatto arrivare ai colleghi italiani della Corte costituzionale un’indiscrezione relativa a un orientamento dei giudici di Strasburgo rispetto al procedimento numero 58428/13. Il procedimento, lo avrete capito, è quello che riguarda il ricorso che alla fine del 2013 Silvio Berlusconi ha depositato alla Corte di Strasburgo e riguarda le sanzioni previste dalla legge Severino sull’incandidabilità dei politici condannati: sanzioni che il leader di Forza Italia – colpito a settembre 2013 da questa norma in seguito alla condanna nel processo relativo ai diritti Mediaset – considera ingiuste e incostituzionali. Il punto in questione è semplice: secondo l’interpretazione attuale, le sanzioni previste dalla legge Severino, come l’incandidabilità, hanno natura amministrativa e non penale, e in virtù di questo principio possono andare a colpire indietro nel tempo.
Secondo Berlusconi, invece, e secondo un fronte di costituzionalisti che appoggia un’altra linea di interpretazione, come tutte le sanzioni afflittive, ovvero come tutte le sanzioni che colpiscono l’individuo limitando la sua libertà personale, la legge Severino deve essere considerata all’interno della cornice del Codice penale, e per questo non può essere applicata retroattivamente, come è successo per Berlusconi. Per retroattività, in questo caso, si intende un punto chiaro: la legge Severino è stata approvata nel 2013, ed essendo un testo che parla esplicitamente di “ineleggibilità sopravvenuta” non può essere applicabile per reati commessi prima di quella data (come è il caso del Cav.). Questa è la premessa. E la notizia dov’è? Eccola: i giudici europei hanno fatto sapere ad alcuni giudici della Corte costituzionale che “la giurisprudenza di Strasburgo tende a dare spesso una cornice penale ai provvedimenti sanzionatori” e che dunque le ragioni di Berlusconi potrebbero essere fondate. La comunicazione, come dicevamo, è arrivata in via informale, per far sì che i giudici della Consulta siano pronti a valutare gli impatti che potrebbe avere una decisione del genere, e anche se il riflesso di una sentenza favorevole al Cav. da parte della corte di Strasburgo sarebbe solo simbolico (non esisterebbe nessun automatismo che permetterebbe a Berlusconi di essere nuovamente eleggibile), è evidente che se fosse questa la linea che dovesse prevalere in Europa l’impatto sarebbe importante e darebbe nuova linfa al capo di Forza Italia.
[**Video_box_2**]Non si conoscono i tempi della decisione, che non promettono comunque di essere brevi. Ma essendo la comunicazione già arrivata in modo confidenziale a Roma a Via della Consulta, qualcosa evidentemente si muove, e se l’indirizzo dovesse essere questo nei prossimi mesi, quando il Parlamento potrebbe mettere mano alla legge Severino, diciamo che sarà complicato per il nuovo legislatore non tenerne conto. Un giudice a Strasburgo c’è, per il momento. Ora tocca vedere quanti saranno in Europa i giudici che la penseranno così.