Il premier Matteo Renzi (foto LaPresse)

Sulle intercettazioni Renzi si è infilato in un gioco pericoloso

Claudio Cerasa
E’ un discorso che su questo giornale abbiamo fatto tempo fa. Nel momento in cui tu decidi di assecondare il circo mediatico-giudiziario accettando che un ministro si possa dimettere per questioni di opportunità politica accetti un principio folle.

Al direttore - Noto un certo attivismo dei magistrati. Mi sembra che a poco a poco ci si stia avvicinando anche a Palazzo Chigi. Lei crede che Renzi sia in pericolo? Crede che anche questo governo cadrà, come già successo in passato, per mano giudiziaria?
Luca Marchesi

 

Spiace per Renzi, ma si è infilato in un gioco pericoloso. E’ un discorso che su questo giornale abbiamo fatto tempo fa. Nel momento in cui tu decidi di assecondare il circo mediatico-giudiziario accettando che un ministro si possa dimettere per questioni di opportunità politica accetti un principio folle. Accetti, in buona sostanza, che siano i giocolieri delle intercettazioni a fare e disfare i governi, a fare e disfare i ministeri, a fare e disfare le presidenze di regione, le giunte comunali. Oggi capita spesso (fattore C) che le intercettazioni penalmente irrilevanti (ma politicamente più che rilevanti) che vengono infilate nei fascicoli giudiziari riguardino gli avversari di Renzi e si capisce che Renzi possa trattare uno sputtanamento di D’Alema o di Lupi con sufficienza. Ma accettando il principio qui descritto Renzi deve sapere che il criterio dell’opportunità politica potrebbe essere presto utilizzato contro i suoi più stretti collaboratori.

 

E può bastare poco. Può bastare una mezza parola in un’intercettazione. Può bastare una mezza frase con qualche indagato. Può bastare un nonnulla per far cadere qualcuno vicino a Renzi. E senza una buona legge sulle intercettazioni questo governo rischia di fare presto la fine di molti governi abbattuti per via giudiziaria. Pensarci. E pensare, soprattutto, se valga la pena rimandare alle calende greche una buona legge sulle intercettazioni.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.